Claudio Carbone, Dg del Comune di Terni, mette in guardia i dipendenti dell'Ente sull'utilizzo dei social network
Il direttore generale del Comune di Terni, Claudio Carbone, ha inviato una lettera ai dipendenti comunali per richiamarli a un utilizzo più consapevole dei social. La missiva è stata indirizzata a tutti i dipendenti comunali e, per conoscenza, anche al sindaco di Terni, Stefano Bandecchi che, proprio per un video postato sui social è finito sotto indagine per diffamazione nei confronti dell’assessore regionale, Luca Coletto (ricordiamo comunque che il sindaco dipende dallo Stato e non dam Comune): ma è nota la ‘disinvoltura’, chiamiamola così, con la quale Bandecchi utilizza i propri canali social. Tornando alla lettera di Claudio Carbone, il Dg ha richiamato l’articolo 11 ter del codice di comportamento dei dipendenti pubblici: “Il dipendente deve tenere un comportamento anche extra lavorativo che sia tale da non ledere né gli interessi morali e patrimoniali del datore di lavoro, né la fiducia che in diversa misura e in diversa forma lega le parti nella durata del rapporto” – questo il principio generale che regola l’utilizzo dei social da parte dei dipendenti pubblici. Al momento non è dato sapere se si sia verificato qualche episodio ‘spiacevole’ o se sia un semplice richiamo alla disciplina da parte del Dg.
Carbone ai dipendenti pubblici “Attenzione ai social”
“Posto che la comunicazione digitale oggi rappresenta una grande opportunità per lo scambio di opinioni – riflette il Dg, Claudio Carbone – può capitare che i social media e le diverse piattaforme per la socializzazione (WhatsApp, Facebook, Instagram, LinkedIn e simili) vengano usati in maniera disinvolta e senza tenere conto delle possibili conseguenze derivanti dai contenuti riprodotti e dalle immagini condivise”.
Nello specifico vengono poi ricordati alcuni principi fondamentali dell’articolo 11 ter: “Il dipendente si astiene dal rendere pubblico con qualunque mezzo (compresi il web, i social network, i blog e i forum) commenti, informazioni, foto, video o audio che possano ledere l’immagine dell’ente, l’onorabilità dei colleghi, nonché la riservatezza o la dignità delle persone. La lesione dell’immagine dell’ente, operata tramite tali mezzi è particolarmente grave quando i giudizi sono resi possibili da informazioni assunte nell’esercizio delle proprie funzioni”. E ancora: “Nell’utilizzo dei propri account di social media, il dipendente utilizza ogni cautela affinché le proprie opinioni o i propri
giudizi su eventi, cose o persone, non siano in alcun modo attribuibili direttamente alla pubblica amministrazione di appartenenza”.
Il Pd “E Bandecchi?”
“Nello stesso comune in cui il Sindaco è alla ribalta nazionale, per uso “improprio” dei social, con anche conseguenze fuori dal contesto istituzionale – commenta il capogruppo del PD, Francesco Filipponi – il direttore generale invia ai dipendenti una nota sull’ utilizzo corretto dei mezzi di informazione e dei social media.
Nella stessa nota raccomanda ogni cautela affinché le proprie opinioni o i propri giudizi su eventi, cose o persone, non siano in alcun modo attribuibili direttamente alla pubblica amministrazione di
appartenenza. Il massimo poi è il punto della missiva in cui si dice che in ogni caso secondo il direttore generale, il dipendente è tenuto ad astenersi da ogni commento che possa nuocere al prestigio dell’Ente”.