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Terni, guerra nell’opposizione e continua il caos delle poltrone mancate

È un momento politico di particolare crisi quello che sta vivendo in questi giorni la città di Terni. Se nella maggioranza le cose non vanno proprio come dovrebbero (è ancora vacante il ruolo di segretario dopo le dimissioni di Delli Guanti che aveva lanciato accuse importanti contro il partito), nell’opposizione la crepa che si è aperta ieri in sede di nomina del presidente della Commissione Alloggi sta diventando una voragine.

Un dato è certo; se Forza Italia pensava di poter fare opposizione senza fare i conti con il M5S ha sbagliato di gran lunga e le accuse che il partito azzurro ha spesso rivolto al Pd (cioè di avere un atteggiamento arrogante e non aperto al dialogo) sono rimbalzate come un boomerang nella giornata di ieri.

La candidatura blindata di Cecconi è stata una mossa decisamente infelice e ha esposto la minoranza ai ‘cecchini’ del Pd, che non hanno perso l’occasione per impallinare l’esponente di FdI-An.

Piccata e velenosa era stata la reazione di Cecconi nei confronti del M5S accusato di “fare inciuci col Pd”, parole rafforzate dall’intervento di Francesco Maria Ferranti su Facebook: “Oggi si concretizza a livello europeo e nazionale come locale ciò che noi di forzaitalia sosteniamo da 12mesi .Tsipras che dopo le elezioni nazionali e dopo il referendum di 1 settimana fa scende a patti con la Merkel e il suo tirapiedi Renzi è l’immagine amplificata dei grillini che vincono Parma giurando di non aprire il termovalorizzatore 4 anni fa per poi aprirlo o dei grillini che a Terni scendono a patti col partito democratico che inquina ma dà ai tutori della salute 4 voti per assegnare più case popolari ai rom”.

Diciamo che Ferranti mischia un po’ di argomenti difficilmente conciliabili tra loro, ma rimanendo sul pezzo, cioè sulla questione della Commissione Alloggi, forse al consigliere sfugge che la presidenza di questa Commissione ha un ruolo di garanzia e controllo. La presidenza non può essere utilizzata per fare campagna elettorale sugli spot “case popolari agli italiani”, sarebbe un uso improprio e politico non previsto.

Sulla questione torna anche il M5S con una nota dei consiglieri: “Non è bastata l’esperienza del secondo mandato di Ciaurro ad educare alcuni esponenti del centrodestra ternano, i personalismi e le logiche individualistiche continuano a farla da padrone di fronte ad una città logorata dalla crisi economica, sociale e ambientale. Ciò che ha avuto luogo nel Consiglio comunale di lunedì pomeriggio è stata una vera e propria frantumazione di quella che fino ad oggi è stata la finta opposizione ternana.

Debacle che è figlia di una precisa scelta politica da parte di alcuni soggetti: andare avanti senza confrontarsi con la seconda forza politica della città, il M5S.

Il ruolo di controllo nella commissione alloggi e la presidenza della commissione statuto e regolamento, spettano per norma all’opposizione ma vengono scelti attraverso il voto segreto della totalità dell’assemblea.

Dopo aver sollecitato da circa un mese un confronto fra le opposizioni, per giungere ad una proposta unitaria da presentare alla maggioranza, alle 16 cioè a pochissimi minuti dalla votazione, siamo stati messi di fronte ad un prendere o lasciare: la candidatura di Marco Cecconi o niente.

Dinanzi a tale arroganza il M5S ha deciso di andare per la sua strada ed esprimere il suo voto a favore della Consigliera Patrizia Braghiroli la quale in qualità di membro supplente (tra l’altro votata anche dal cdx) già da mesi lavora in quella stessa commissione sostituendo il consigliere Todini assente nella maggior parte delle sedute svoltesi finora.

Il centro destra ha lasciato così un fianco scoperto a 5 franchi tiratori della maggioranza, 4 di loro hanno votato per la Braghiroli e 1 per Cecconi, lasciandolo a bocca asciutta e causando il fiume di lacrime e le sterili polemiche nei confronti del M5S subito rimbalzate sulla stampa.

L’idea della prova di forza fatta sui numeri è stata totalmente fallimentare ma ciò che si configura ancor più degradante è il disegno di invitare più o meno implicitamente Paolo Crescimbeni a farsi da parte per la presidenza della Commissione statuto e regolamento, con il fine di far leva sul voto di Todini. E’ servito l’intervento di Cavicchioli per scongiurare che il M5S potesse vedersi assegnata anche la presidenza di questa commissione di fronte al fuggi fuggi generale, rinviando a data da destinarsi, molto più probabilmente accantonando per sempre la sua istituzione.

Insomma per Crescimbeni è bastata una pacca sulle spalle per essere invitato gentilmente a farsi da parte, candidatura verso cui abbiamo espresso la più ampia apertura come ruolo di garanzia, espressione di una correttezza politica d’altri tempi”.

Eppure Crescimbeni era stato scelto come avversario politico da presentare contro Di Girolamo alle scorse comunali, ma evidentemente c’è qualcuno che gioca contro o che non ha fiducia nell’avvocato, ‘tradito’ anche dall’esperto della comunicazione al quale ha affidato il controllo delle sue dichiarazioni sui social, che è molto impegnato nel difendere le ragioni di altri.

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