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Terni, ‘guerra’ Cgil-Lanari Spediumbria | Sindacato “Padroni”, rispondono aziende “Tutto falso”

Redazione

Terni, ‘guerra’ Cgil-Lanari Spediumbria | Sindacato “Padroni”, rispondono aziende “Tutto falso”

Risposta delle imprese Lanari e Spediumbria dopo l'attacco del sindacato
Ven, 19/07/2019 - 10:43

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In due distinte lettere indirizzate all’Ufficio Vertenze Lavoro della Cgil di Terni, le imprese di trasporto Lanari srl e Spediumbra srl hanno respinto la diffida della Filt-Cgil e contestano la versione dei fatti fornita nei giorni scorsi dal Sindacato rispetto a presunti comportamenti tesi a ledere i diritti dei dipendenti iscritti alla Filt-Cgil.


Lavoratori della Lanari in sciopero per la “dignità”, la denuncia della Cgil


In particolare la società Lanari Srl, che conta cinque lavoratori con mansioni di autista e Spediumbra Srl che ne annovera due, esistenti sul territorio e nel segmento di trasporti da oltre 60 anni, hanno puntualizzato quanto segue:

Accordo aziendale di II livello. Lanari srl e Spediumbra srl ribadiscono di non aver mai attuato comportamenti tesi a limitare l’attività sindacale rispettando le prerogative e il ruolo del sindacato dei lavoratori. A testimonianza di ciò nell’aprile del 2017 era stato sottoscritto un accordo aziendale di II livello che è stato disdetto unilateralmente, dal primo aprile 2019, dal segretario della Filt-Cgil di Terni. Questo accordo, integrato a maggio 2018, regolamentava l’orario di lavoro e le modalità lavorative degli autisti. Il motivo addotto da Filt-Cgil per la disdetta dell’accordo di II livello sarebbe una asserita gestione confusionaria dell’organizzazione del lavoro. Motivazione difficilmente comprensibile tenuto conto che le aziende hanno tutto l’interesse affinché l’organizzazione del lavoro avvenga nel migliore e più proficuo dei modi. Anche la perdita di salario lamentata da parte di alcuni lavoratori rappresenta la conseguenza diretta della disdetta unilaterale dell’accordo aziendale decisa dalla Filt-Cgil. Da qui la scomoda posizione del Sindacato che ovviamente tenta di ribaltare la responsabilità in capo alle Aziende.

Orario di lavoro. Per quanto riguarda il superamento del limite delle 39 ore settimanali di orario di lavoro ordinario, le aziende fanno notare che, venuto meno l’accordo sindacale di II livello, quello appunto disdetto unilateralmente da Filt-Cgil di cui le aziende non hanno potuto far altro che prenderne atto, è stato necessariamente applicato il CCNL del settore che prevede un regime orario di 47 ore settimanali di lavoro ordinario distribuite fino a un massimo di sei giorni nell’arco della settimana.

Cassa integrazione ordinaria. Il verbale di accordo per l’utilizzo della Cigo è stato firmato dalle parti il primo marzo 2019 per una durata di 13 settimane. Nel corso di questo periodo il provvedimento è stato adottato dalle aziende per pochi giorni complessivi e non è stato prorogato. L’azienda infatti ha ritenuto che non fosse necessario avvalersi ulteriormente della cassa integrazione. Fa specie che sia proprio il sindacato dei lavoratori a lamentarsi per il mancato ricorso all’ammortizzatore sociale.

Provvedimenti disciplinari. Le aziende evidenziano la correttezza dell’esercizio del potere disciplinare. I provvedimenti, peraltro di minima entità, hanno coinvolto tre autisti di Lanari srl e uno di Spediumbra srl. I provvedimenti sono tutti supportati da riscontri oggettivi concreti e ampiamente motivati. Oltretutto quelli già definiti hanno visto confermata la fondatezza dell’addebito disciplinare anche in sede di Ispettorato Territoriale del Lavoro.

Piano industriale. Le due aziende ricordano che le decisioni relative alle strategie aziendali saranno compiute valutando in modo attento e scrupoloso le esigenze e le criticità del mercato in cui operano in conformità alle prerogative connesse alla libertà di impresa sancite dalla Costituzione.

Lanari srl e Spediumbra srl, infine, ribadiscono “di aver sempre ossequiosamente rispettato i diritti dei lavoratori ivi compreso il diritto allo sciopero, confermano inoltre la disponibilità a continuare ad intrattenere relazioni sindacali con la Filt-Cgil nel rispetto dei rispettivi ruoli, diritti e prerogative senza indebite invasioni o capovolgimento dei ruoli”.

A queste considerazioni è arrivata puntuale la replica di Alessandro Rampiconi: “La risposta delle ditte Lanari e Spediumbra in merito alla nostra messa in mora per attività antisindacale tenta di ricostruire il volto di un “padrone buono”, ma non scarsi risultati. Naturalmente, sarà un giudice a stabilire la verità e se il comportamento antisindacale c’è oppure no. Resta il fatto che l’unica cosa vera che il legale rappresentate delle due aziende dice è che abbiamo disdettato un accordo di secondo livello, proprio per il grado di inaffidabilità e per le discriminazioni fatte dal 2017 in avanti. 
Quell’accordo è stato fortemente voluto dal sindacato e dai lavoratori, proprio per sanare una mancanza delle aziende che applicavano una forfettizzazione degli straordinari, senza avere una regolare intesa che attivasse l’estensione dell’orario. Ma è proprio da quel momento in poi che è cominciato il calvario per alcuni lavoratori. Gli stessi lavoratori che mercoledì ci hanno messo la faccia e hanno raccontato il danno in termini economici, ma soprattutto di lesione della dignità.
A questo punto, poniamo alle imprese una serie di semplici domande:
1. CTS, il consorzio di cui è presidente il titolare di Lanari e Spediumbra, è composto da 6 aziende, 4 delle quali fanno capo a soci riconducibili alla famiglia Lanari. Queste aziende tutte insieme non arrivano ad avere 20 dipendenti. Perché tanta frammentazione?
2. Dal 2017 ci sono stati lavoratori che avevano -20 giorni di ferie ed altri con +40 giorni. Perché? 
3. Come mai la richiesta di proroga della cassa integrazione, presentata l’11 giugno 2019, è stata ritirata dopo l’esame congiunto del 22 giugno 2019? In quella sede il sindacato aveva chiesto di interrompere le continue sanzioni pretestuose nei confronti dei lavoratori e soprattutto di presentare un nuovo piano industriale visto ch,e nei 3 mesi di vigenza della cassa ,le aziende erano passate da 20 autisti complessivamente a solo 7.
4. Siccome non c’è stata nessuna procedura di licenziamento collettivo e i lavoratori si sono tutti dimessi volontariamente, possono le aziende smentire che gli stessi dipendenti fuoriusciti siano stati poi riassunti da Skychem e Logitrans, aziende riconducibili a familiari nonché soci di Lanari e Spediumbra?
Questi signori si mascherano dietro il diritto costituzionale della libertà di impresa, in realtà sono padroni che investono per ridurre i diritti sindacali, come si evince da semplici visure camerali a tutti accessibili. Se questa protervia dovesse perdurare, come Filt-Cgil dell’Umbria non escludiamo azioni di mobilitazione dell’intero settore, per chiedere un segnale alle tante imprese che ogni giorno operano sul territorio e che attraverso le corrette relazioni industriali combattono insieme al sindacato la concorrenza sleale”.

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