“Errore strategico per il futuro” – così il leader del Comitato No Inceneritori Terni, Fabio Neri, si è espresso questa mattina, all’indomani del consiglio comunale saltato per il numero legale, riguardo la vendita del 15% delle quote Asm-SII ad Acea.
Ben 8 consiglieri, tra gli assenti e quelli che non hanno inserito il badge per la votazione, hanno fatto mancare il numero legale per il regolare svolgimento dell’assemblea cittadina che avrebbe dovuto discutere gli atti inerenti a quello che lo stesso Neri ha definito “iter di privatizzazione dell’acqua, in barba al referendum del 2011”.
Sono ben note le difficoltà economiche di Asm e del SII, rispetto alle quali il Comitato No Inceneritori propone un azionariato diffuso “che vada a coprire la parte di credito che Asm vanta rispetto al Servizio Idrico Integrato – spiega Neri – vale a dire una specie di aumento di capitale da realizzare tramite modifica dello statuto per consentire ai cittadini di acquisire quote del servizio.
“Dopo 18 anni, da quando è stato creato il SII, – chiede ancora Neri – qualcuno ci spieghi come sia possibile che i comuni siano creditori verso se stessi di canoni concessori, come sia possibile che le tariffe non abbiano coperto gli oneri di gestione; dove sono andati a finire gli investimenti fatti se le perdita sono arrivate al 48% nel 2018?”.
Proprio su questo punto Fabio Neri è molto chiaro e chiede al consiglio comunale di creare una commissione di indagine che accerti l’operato del SII negli ultimi 18 anni. “Pensare di sacrificare Asm per ripianare i debiti del SII è una follia – afferma Neri – visto che la società, di prorpietà del comune, rappresenta un punto strategico per il futuro, non solo nel settore idrico, ma anche per quello dei rifiuti”.
Sulla vicenda sono intervenuti con una congiunta il consgliere regionale Thomas De Luce e il capogruppo del M5S Federico Pasculli: “Sulla privatizzazione dell’acqua, cioè di fronte ad un atto che nei giorni scorsi il Sindaco di Terni non aveva esitato a definire strategico, la maggioranza è venuta a mancare.
Il consiglio comunale non si è tenuto per mancanza del numero legale. Si potrebbe speculare a oltranza e dire molto, ma in questo momento è sbagliato farne una questione politica sulla tenuta degli equilibri delle forze politiche che governano la città.
Perché quello che sta accadendo in questi giorni è un vero e proprio attacco volto a privatizzare le risorse idriche dell’intera regione che parte dalla Provincia di Terni e punta a consolidarsi anche altrove. A Terni è stata vinta la prima battaglia per impedire che questo avvenga, ma la guerra sarà lunga.
Il Movimento 5 Stelle è pronto a combatterla a Terni, cosi come in Regione, in Parlamento e nelle sedi preposte alle segnalazioni del caso.
Prima di arrivare ad uno scontro a tutto campo vorremmo però invitare il sindaco di Terni, la giunta, la maggioranza del consiglio comunale a fermarsi per una riflessione.
Non sarà la vendita di un asset strategico a salvare ASM dai suoi debiti e dalle patologie che la affliggono da lungo corso. Solo un bambino potrebbe crederlo. Non sarà regalando il controllo dell’acqua pubblica ai privati che risolveremo i problemi dei comuni e delle partecipate.
Chi dice che questa operazione non sia avallata da questo presupposto sa di mentire. È vero che chi governa deve prendersi delle responsabilità, ma che siano quelle giuste, che siano condivise, coraggiose e che segnino veramente una discontinuità. Su questo saremo pronti e disponibili a fare la nostra parte. Decisamente meno comprensibile è ripetere errori già commessi in passato con decisioni che vanno a rafforzare soggetti il cui interesse primario non è dichiaratamente quello pubblico, con i quali è sempre stato impossibile alcun tipo di confronto e che torneranno a bussare alla porta quando tra non molto ASM tornerà in sofferenza. A quel punto che faremo?”.