Questa mattina, durante la conferenza stampa indetta da Azione Cattolica, Luca Diotallevi ha presentato l’Agenda con la quale ha definito le priorità del progetto “Manifesto 51”, presentato lo scorso aprile.
Le linee guida del manifesto sono state trasformate in cinque operazioni effettive, con il compito di portare Terni e l’Umbria tutta in un percorso di ripresa e ricrescita rispetto alle criticità del momento. Presenti alla conferenza, oltre al presidente Diotallevi, anche Elisabetta Lomoro, Giuseppe Croce, Augusto Magliocchetti e Giorgio Armillei.
Non si tratta di politica: “Questo progetto è presentato oggi a tutte le istituzioni, a tutta l’opinione pubblica, lontani da ogni scadenza elettorale e assolutamente disinteressati – spiega Luca Diotallevi – questa è la dimostrazione che si tratta dell’offerta di idee sulle quali non si pretende di avere il copyright. Questo estremo atto di generosità è motivato, oltre che da un certo stile civile, anche dall’estrema preoccupazione nella quale ci troviamo”.
A sottolineare il dramma di questi giorni è stato commentato il rapporto di novembre della Banca d’Italia che indica come nella prima parte del 2020 l’economia umbra abbia subito una contrazione molto marcata a causa dell’epidemia Covid-19.
Le stime più recenti indicano un calo del PIL regionale di circa l’11% più marcato rispetto a quello previsto per l’Italia. L’Agenda nasce come “pacchetto” di interventi strategici, integrabile, ma non frammentabile. Lo scopo di questi interventi è quello di attivare un processo di ripresa
“Queste cinque proposte sono realistiche” – spiega Diotallevi.
L’impresa rigenera la città – Il primo punto riguarda il riportare il lavoro al centro della città. Ci sono moltissimi edifici vuoti che ristrutturati possono ospitare lavoro nel centro della città, e non in periferia, con tutto ciò che di positivo ne consegue. Si aprirebbe anche la strada a nuove tipologie di lavoro, moderne e global, che aumentino economia e cultura e che generico a loro volta nuove risorse e connessioni.
Il secondo punto riguarda il polo AST che sta cambiando proprietà. Si propongono tre condizioni per AST come pilastro della crescita: che subentri a TK un global player in grado di incrementare i volumi dell’area a caldo e con l’integrazione del mix prodotti; che sia interessato al mercato europeo; che abbia standard elevati in materia di lavoro e rispetto dell’ambiente.
Terni è un comune di centomila abitanti, se guardiamo la realtà sociale Terni è una realtà di 150.000/180.000 abitanti che vivono, studiano, dormono e lavorano in quest’area. “Vi è una palese inadeguatezza della struttura amministrativa alla realtà sociale. Noi abbiamo gli strumenti legale, gli incentivi finanziari, le opportunità di ogni genere, per procedere ad una più stretta collaborazione tra i vari comuni”.
L’idea è di intercettare un dibattito di livello globale, con uno sguardo rivolto all’Unione Europea. Per farlo occorre puntare sulle infrastrutture, investendo su logistica e mobilità, con particolare riferimento al corridoio Orte Falconara, rafforzandone l’intermodalità e sorvegliandone l’attuazione.
“Terni è fatta da tanti ternani, non da sempre ma da ieri”. L’obiettivo è di integrare nel tessuto sociale e culturale ternano le comunità di stranieri presenti in città, che un domani faranno parte del futuro della città. L’idea è di offrire ad associazioni inclusive, aperte e democratiche la possibilità di svolgere funzioni collettivamente importanti e al contempo offrire l’opportunità di qualificazione linguistica (italianoL2) per tutti.
“Bisogna guardare – sottolinea Diotallevi – all’Umbria come rete di città (in particolar modo dell’Italia centrale) che può svolgere un ruolo di rilievo globale. Questa Umbria può avere a cuore l’Umbria Flaminia, che a sua volta può avere a cuore e come promotore Terni, per poi tirarsi dietro il resto della regione. Perugia non è ovviamente esclusa, ma non può essere la testa della ripresa”.
di Alessia Marchetti