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Terni, caos in consiglio comunale. Manca il numero legale all'ultima seduta. Opposizione all'attacco, Pd in imbarazzo

Redazione

Terni, caos in consiglio comunale. Manca il numero legale all'ultima seduta. Opposizione all'attacco, Pd in imbarazzo

Mar, 31/07/2012 - 00:30

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Luca Biribanti
In un momento così delicato per la politica ternana si è verificato un fatto grave nel mancato raggiungimento del numero legale per lo svolgimento del consiglio comunale di oggi (ieri per chi legge), l'ultimo prima delle vacanze estive. Il presidente del consiglio, Giorgio Finocchio, per 2 volte ha tentato l'appello, ma anche al secondo tentativo risultavano soltanto 18 consiglieri di maggioranza e 2 d'opposizione (Maggiolini e Venturi). Eppure all'ordine del giorno c'erano punti da discutere non di poco conto; il riordino delle province, l'aviosuperficie, Piediluco, Umbria Mobilità e la piscina dello Stadio, tutte questioni caldissime e fondamentali per la città. Eppure c'è chi ha disertato, anche dopo aver votato i punti all'ordine del giorno. È scoppiata inevitabilmente la guerra delle responsabilità, Udc e Lista Baldassarre sono andate all'attacco sostenendo che i gruppi di maggioranza “non hanno interesse nelle questioni della città”, accuse respinte al mittente da Andrea Amici, capogruppo del Pd: “Alcuni consiglieri della minoranza hanno votato l'ordine del giorno e poi si sono assentati dall'aula, un atteggiamento che dimostra scarsa sensibilità”. In realtà l'irresponsabilità sta in entrambe le parti, lasciare in sospeso alcune questioni fondamentali prima delle vacanze estive è un modo di affrontare, anzi di non affrontare, i problemi che non fa bene prima di tutto alla città, in secondo luogo alla politica locale, già fortemente in crisi di consensi e di apprezzamento da parte dei cittadini. Amici ha poi incalzato i consiglieri 'avversari' di “essere in aula solo per garantirsi la presenza del gettone”, accusa che Udc e Lb respingono decisamente con una nota, leggiamola: “Le accuse rivolte dal Capogruppo del PD Giampiero Amici nei nostri confronti sono di una gravità inaudita.
È falso che i nostri gruppi consiliari abbiano mai, in qualunque sede, assunto, in relazione alla seduta del Consiglio Comunale del 30 Luglio 2012, un impegno politico volto a «garantire il numero legale sui punti amministrativi […] in considerazione delle assenze dovute anche al periodo di ferie». Addirittura all’ultima riunione dei Capigruppo, cui forse il Consigliere Amici si riferisce, non è potuto essere presente nessun esponente della Lista Baldassarre né dell’UDC.
Le affermazioni, poi, secondo cui i Consiglieri dei nostri due gruppi avrebbero quale proprio interesse «quello di assicurarsi con una minima presenza in aula, l’erogazione del gettone di presenza» non meritano nemmeno una smentita: i cittadini sanno bene con quale dedizione, con quale costanza e con quale attivo e propositivo impegno al servizio del bene comune abbiamo sempre partecipato, fin dall’inizio della consiliatura, ai lavori del Consiglio Comunale.
Forse il Consigliere Amici è nervoso e frastornato a causa dell’ennesima figuraccia rimediata, in diretta televisiva, da un centro-sinistra che ancora una volta ha dimostrato di non essere minimamente in grado di governare la città. O forse è semplicemente confuso a causa del caldo torrido di queste ore.
In ogni caso non è certo diffondendo dichiarazioni tanto offensive nei confronti della minoranza quanto per nulla corrispondenti alla realtà che risolverà i gravissimi problemi della sua maggioranza”.

A onor del vero la figuraccia c'è stata, visto che fino a prova contraria dovrebbe essere interesse più dei gruppi di maggioranza che di opposizione avere il numero legale in consiglio. Evidentemente si è cercato di evitare alcune questioni in cui non c'era accordo e armonia, e con un giro intorno all'ostacolo si è voluto evitare un ennesimo scontro interno dei 'correntoni'. Siamo alle solite, le accuse reciproche e la non volontà di affrontare i problemi, perchè l'assenza è una volontà, o non volontà come preferite voi, ha fermato ancora volta la politica, lasciando la città al proprio destino, un po' come è successo alla fontana di Piazza Tacito, ma ricordate che fine ha fatto il pennone?

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