Luca Biribanti
Se Franco Zadotti avesse avuto un uomo di fiducia in grado di ben consigliare, di sicuro non avrebbe suggerito di dare a Domenico Toscano un ultimatum per la partita di Lanciano. Già, se avesse avuto; perché la società non sembra meno disorientata della squadra e dell'allenatore. La Ternana va a giocare in casa della prima in classifica con le ossa rotte e il morale sotto le scarpe, con la paura che fa venire il 'piedino' ai giocatori e una fantozziana tendenza alla Legge di Murphy.
Considerare il progetto Toscano finito in un momento come questo, significa che in fondo quel progetto non è mai stato sposato fino in fondo oppure che quel progetto non è più nei piani della società. L'operato di un allenatore è sempre discutibile: cambi, scelte, episodi ne fanno la fortuna o la sfortuna, il trionfo o la damnatio memoriae.
Toscano è stato 'il condottiero', 'il cannibale', ora è invece la causa del disastroso avvio di campionato della Ternana. Troppo facile. L'allenatore condivide con giocatori e società responsabilità dalle quali nessuno dovrebbe sottrarsi in una piazza troppo soggetta a caldi entusiasmi e freddi addii. Per non parlare del contorno di personaggi che gravitano intorno alla società rossoverde a vario titolo, anzi molto spesso senza alcun titolo, che hanno la presunzione di rappresentare la voce della piazza e della città. Questo perché c'è un vuoto nella comunicazione della dirigenza rossoverde: non aspettatevi che sia Cozzella a parlare, oppure il presidente Zadotti a difendere o criticare la squadra. Sulla graticola va il tecnico.
Al dire il vero sembra che anche qualche giocatore, da come sta in campo, abbia dato un ultimatum a Domenico Toscano e che il tecnico sia un po' lasciato solo al suo destino.
E se a Lanciano arrivasse il colpaccio? Toscano sarebbe il salvatore della patria? Tornerebbe ad essere l'eroe di qualche anno fa con l'aggiunta di proprietà taumaturgiche?
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