Il presidente della Ternana Calcio, Stefano Bandecchi, torna a parlare del suo futuro a Terni, annunciando che rimarrà per i prossimi 3 anni. Sciolti molti dubbi che lo stesso presidente aveva suscitato con le sue dichiarazioni alla vigilia della promozione della Ternana in serie B.
In una intervista concessa a Lorenzo Pulcioni de “Il Messaggero”, il presidente della Ternana ha parlato del suo futuro ‘a breve termine’ in città; si parla di 3 anni, di alcuni progetti sociali, ma gli intoppi sul nuovo stadio e la clinica sembrano spingere Bandecchi verso altre aree più attrattive per gli investimenti.
Nelle sue parole il presidente della Ternana non risparmia qualche critica sociale alla città, soprattutto in relazione al fenomeno legato all’uso di sostanze stupefacenti tra i giovani e la difficoltà di accesso all’istruzione e allo sport: “Terni va messa in riga” – tuona Bandecchi che ha l’intenzione di avviare alcuni progetti rivolti proprio ai più giovani cercando la sinergia con imprenditori locali.
“Resterò patron e presidente della Ternana per il prossimo triennio – dichiara Bandecchi a Lorenzo Pulcioni – i ternani mi dovranno sopportare ancora. Avvieremo nuovi progetti che coinvolgeranno la scuola e lo sport; è impensabile che ci siano famiglie con difficoltà a garantire ai propri figli l’accesso all’istruzione o alla pratica sportiva. Dobbiamo togliere i giovani dalla strada e dalla droga. Discuterò anche con gli imprenditori locali, perché Terni va rimessa in riga”.
Lo stesso Bandecchi, lo scorso 2 aprile, aveva ipotizzato un possibile addio al calcio: “Non vedo l’ora di finire questo campionato perché dopo può darsi che vada via – sono queste le parole del presidente della Ternana, Stefano Bandecchi, rilasciate in un’intervista radiofonica a Sport Channel 214 – e abbandonare il mondo del calcio. Il mondo del calcio costa molti soldi – continua Bandecchi – e si deve cambiare completamente mentalità. Il calcio è uno sport drogato, drogato di soldi che devono arrivare chissà da dove, e se arrivano dal mondo del lavoro arrivano come soldi rubati agli operai”.