E’ una platea meno numerosa rispetto a quella del Lyrick, ma stavolta composta praticamente dai soli industriali invitati quella che ha assistito ad un nuovo confronto sui temi dell’economia e dello sviluppo tra le candidate più accreditate per la Presidenza della Regione, Donatella Tesei e Stefania Proietti.
E’ la platea degli associati di Confindustria Umbria, rappresentati dal presidente Vincenzo Briziarelli, che chiede concretezza nelle risposte alle domande poste dal moderatore, Giacomo Marinelli Andreoli. Insomma, “un sì o un no” per far capire agli industriali come la pensano Tesei e Proietti, e le rispettive coalizioni, su temi quali le politiche di sostegno alle imprese e in particolare alla manifattura, l’innovazione, l’internazionalizzazione, la formazione, l’energia, i rifiuti, le infrastrutture.
La governatrice uscente, Donatella Tesei, ricandidata dal centrodestra, ricorda le cose fatte in questi cinque anni da un’amministrazione che “ha messo l’impresa al centro”. La singola impresa, ma anche le filiere, sottolineando i risultati per alcuni cluster in particolare, come quello dell’aerospaziale, che punta a realizzare quasi un prodotto finito “made in Umbria” attraverso la collaborazione con gruppo nazionali e internazionali del settore.
La rappresentante del centrosinistra, la sindaca di Assisi Stefania Proietti, ribatte che molte misure “c’erano già prima”. E rappresenta la necessità di snellire le procedure burocratiche, come per Industria 5.0. Ma anche azioni di accompagnamento all’internazionale che siano a misura di tutte le imprese e riprogettare strumenti che finanzino investimenti con il credito d’imposta attraverso Gepafin. E puntare sui brevetti, secondo quella che chiama “industrializzazione delle idee”.
Sull’innovazione, la formazione e il collegamento con il mondo del lavoro Proietti loda eccellenze come l’Itis, ma evidenzia la carenza di manodopera qualificata lamentata dalle imprese. In Umbria, afferma, più di altre parti d’Italia.
“Non ci dobbiamo inventare niente” ricorda Tesei, rivendicando l’efficacia di misure per favorire l’innovazione anche nelle piccole e medie imprese e per la formazione di collaboratori, ma anche degli imprenditori.
L’internazionalizzazione e il green deal
Sul cosiddetto green deal, la transizione ecologia che l’Europa chiede a tappe forzate, arrivano le prime scintille. Tesei punta l’indice contro i “tempi assurdi dati dall’Europa in modo irrazionale”. E chiede di “correre ai ripari” di fronte a scelte che stanno danneggiando settori importanti dell’economia europea ed italiana, come l’automotive, che in Umbria coinvolge circa 150 imprese. “Anche io sono per la sostenibilità, ma che il passaggio sia equilibrato e coerente”. La platea degli industriali applaude.
“Non fermeremo noi la transizione ecologica che l’Europa impone” replica Proietti. Che chiede alle imprese umbre di “rimboccarsi le maniche” e di accettare la sfida di essere i primi sulla strada della “nuova economia”.
Inceneritore / termovalorizzatore
Ma il primo vero scontro tra le due candidate è ancora sul termovalorizzatore, come lo chiama Tesei, o inceneritore, come lo definisce Proietti. Quest’ultima è contraria: “Troppo costoso e non serve per il residuo dei rifiuti in un’Umbria che già oggi impone ai Comuni il 73% di raccolta differenziata”. Quindi il “no” netto ad un’opera “il cui tempo di realizzazione è di 5 anni e la cui localizzazione sarebbe decisa dal soggetto privato proponente”. L’esponente del centrosinistra propone l’economia del riuso, magari riqualificando i siti industriali dismessi.
“Il ciclo dei rifiuti non si chiude solo con la raccolta differenziata” ribatte Tesei. Che spiega: “Inceneritore è un termine tecnicamente e ideologicamente scorretto. Il termovalorizzatore è invece un impianto che brucia in modo sicuro il rifiuto che non può essere utilizzato producendo energia”. Invitando ad “abbandonare le posizioni ideologiche. Noi siamo quelli del fare: se serve, bisogna farlo”.
Aggiungendo: “L’alternativa è aprire altre discariche, che quelle esistenti sono a fine-vita”. “Non sono a fine-vita. Lo era Pietramelina” replica Proietti.
Sul ciclo dei rifiuti la visione delle due esponenti e delle coalizioni che rappresentano è diametralmente opposta.
Infrastrutture
Come lo è su alcuni dei progetti per le infrastrutture viarie. Dove almeno le candidate concordano su un punto: l’Umbria deve uscire dal suo isolamento. Solo che per Proietti lo sta facendo poco e male, e comunque grazie a progetti ereditati dalle precedenti amministrazioni. Tesei snocciola l’elenco degli interventi cantierati o progettati e attacca: “Non so che c’era prima, perché non ho trovato niente”.
Alta Velocità
Sull’Alta Velocità, Proietti critica la scelta della collocazione della stazione Medio Etruria a Creti. E chiede che si porti l’Alta Velocità a Foligno. “Falso – replica Tesei – pensare che si possa realizzare entro i confini dell’Umbria, perché prima nessuno si era accorto che l’Alta Velocità tagliava fuori l’Umbria. E Creti era la soluzione più comoda per l’Umbria”.
Nodo – Nodino
Marinelli sollecita una risposta chiara sul Nodo – Nodino. Anche perché un problema alla galleria della Pallotta ha tenuto bloccati sul Raccordo e sulla E45 quanti sono arrivati in auto a Perugia per assistere al confronto.
Inizia Proietti, ricordando che in base alle simulazioni Anas il Nodino abbatterebbe l’attuale flusso di traffico del 20%, a fronte di un costo lievitato “a 260 milioni”. Aggiungendo: “Un’opera che risolve solo se pensata come primo stralcio di un’opera completa, il Nodo”. Ricordando che dal momento della disponibilità del progetto l’avvio di quest’opera richiederebbe almeno 5 anni. “In questi 5 anni – accusa Proietti – si è parlato molto di Nodo-Nodino e si è parlato poco con i Comuni e con le popolazioni coinvolte, ma non si è fatto praticamente nulla”.
Tesei si scalda: “Per venire qui ci abbiamo messo due ore. Come risolviamo il problema? Con una funicolare?”. Quanto ai costi accusa: “C’è un incremento importante, perché nessuno l’ha fatto prima!”. Applausi della platea. Tesei aggiunge: “So che ci vuole il tempo. Ma oggi abbiamo finanziamenti, abbiamo progetti e finanziamenti. Alcuni non sono totali, ma li troveremo”. E sul Nodo: “Tutta l’opera costa oltre 800 milioni”. Concludendo: “Io sono per fare le opere, sono per fare le infrastrutture”. La platea degli industriali applaude. Proietti allora chiarisce: “Il mio è un no al Nodino, ma un sì ad un’opera infrastrutturale risolutiva, che arrivi alla Pievaiola e a Castel Del Piano. Un’opera per la quale non ci sono le risorse”.
(a seguire servizio completo)