Da un lato la polizia, dall’altro l’indagine interna della direzione dell’ospedale e dell’azienda Usl Umbria2. Si stringe la morsa sul responsabile del posizionamento di una microcamera nello spogliatoio 64 dell’ospedale di Foligno, ad uso di infermiere ed operatrici sanitarie.
I fatti risalgono a giovedì, con il caso arrivato immediatamente sulla scrivania del direttore dell’ospedale Mauro Zampolini e del direttore generale Usl 2 Massimo De Fino. Il giorno successivo la questione è stata segnalata anche al segretario nazionale di Fsi Usae, Paride Santi, che ha sollevato il caso, chiedendo anche una commissione d’inchiesta.
Ne frattempo, ovviamente, è stata presentata una denuncia alla polizia, che indaga sulla vicenda.
Il mondo della sanità, intanto, paragona quanto avvenuto a Foligno con alcuni episodi di aggressioni fisiche avvenute a Rieti. “Un recente studio fatto con l’Università di Tor Vergata a Roma – spiega Carmelo Gagliano, consigliere del Comitato centrale della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche – insieme a sette atenei pubblici su tutto il territorio italiano ha rilevato che, in realtà, sono 120mila ogni anno gli infermieri oggetto di aggressioni da parte di pazienti all’interno di presidi ospedalieri, il 75 per cento di loro sono donne“.