Bloccare la Tap? Parrebbe possibile. Sarebbe questa la strategia del nuovo governo Conte recentemente insediatosi a proposito del gasdotto Tap, la Trans Adriatic Pipeline, che dalle coste albanesi dovrebbe approdare su quelle del Salento prima di risalire, attraverso il progetto della Rete Snam, verso Minerbio, attraversando territori come l’Abruzzo e l’Umbria. La novità starebbe tutta nella posizione sull’opera di una parte del nuovo governo giallo-verde, e in particolare in quella dei Ministri 5 Stelle dell’Ambiente (con Sergio Costa), Sviluppo Economico (Luigi Di Maio) e persino Beni Culturali (Alberto Bonisoli) e Sud (con Barbara Lezzi).
Passaggi di consegne
Con la nuova squadra di governo del premier Giuseppe Conte, dunque, a presiedere il dicastero dell’Ambiente c’è il ministro Sergio Costa, il quale con le sue prime parole pronunciate da ministro sule tema del gasdotto, ha dichiarato non strategica l’opera, bollandola come “inutile“. Nella formazione di governo, ad oggi inoltre, c’è anche la grillina Barbara Lezzi, Ministro per il Sud, da sempre schierata contro la realizzazione della Tap e al fianco dei manifestanti di presidio nelle campagne del Salento. “Il fascicolo Tap – ha detto il Ministro all’agenzia Reuters – è sul tavolo e lo stiamo già affrontando, con priorità, considerando chiaramente che siamo al terzo giorno di lavoro appena. Il presupposto è che vista la strategia energetica, visti i consumi di gas in calo, quell’opera oggi appare inutile. Sarà revisionata, così come prescritto nel contratto, come le altre opere di concerto con altri ministeri”. Il nodo per il contratto di governo sarà dunque tutto sulle grandi opere, dove non sempre M5S e Lega si sono trovati concordi.
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Riaprire le procedure di valutazione
La soluzione, dunque, potrebbe essere quella di rivedere, direttamente a Roma, e riaprire la la procedura di Valutazione di impatto ambientale, facendovi rientrare anche la Tap, rallentando così i tempi e andando a mettere in discussione anche i finanziamenti. Nel frattempo è attesa per la fine di quest’estate la maxiperizia disposta sull’opera. Servirà a stabilire se il frazionamento tra Tap e Snam è possibile, se invece le due opere devono essere considerate come un unicum. Tanto che il versante amministrativo e ministeriale potrebbe unirsi a quello giudiziario.
Sul fronte regionale in Centro Italia
Nel frattempo, nulla di fatto per la prima delle tre riunioni istruttorie, tenutasi nei giorni scorsi presso la presidenza del Consiglio dei ministri, circa le criticità per la realizzazione del gasdotto Snam Sulmona-Foligno. All’incontro, presenti i tecnici dei dipartimenti di tre Ministeri, i rappresentanti della Snam e gli amministratori locali di Umbria e Abruzzo che hanno ribadito le posizioni di diniego all’opera.
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“La Snam continua a sminuire la problematica, ma anche la Regione Umbria ha ribadito il proprio ‘no’ al mega gasdotto, chiedendo l’individuazione di un diverso percorso che interessi zone già compromesse, anziché le aree previste ‘caratterizzate da numerose emergenze naturalistiche e paesaggistiche’” – afferma il deputato 5 Stelle, Filippo Gallinella, che aggiunge: “l’area è fortemente a rischio sismico, come l’intero Appennino tra Abruzzo, Lazio, Umbria e Marche e il gasdotto porterebbe solo utili alla multinazionale che usufruirebbe dei nostri territori esclusivamente come ‘servitù di passaggio’, per trasportare il metano. La seconda riunione di coordinamento istruttorio verrà convocata solo in seguito alla relazione sulla valutazione di rischio nel territorio, che Snam dovrà far pervenire all’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia-INGV. L’auspicio – prosegue il parlamentare – è che, nel nuovo incontro che si terrà, vengano presentate soluzioni alternative al progetto in essere e confermo il mio pieno sostegno alle popolazioni: il territorio della Valnerina non può essere violentato dalla spregiudicatezza di una multinazionale che pensa solo ai propri interessi, e non ai disagi e ai problemi che causerebbe la realizzazione di una struttura completamente inutile alle popolazioni colpite dal sisma. Non servono tubi e grandi opere – conclude Gallinella – ma solo criterio e razionalità e soprattutto trasparenza e correttezza nelle scelte politiche”.
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