Bloccata ancora la possibilità di effettuare tamponi molecolari e test antigenici nei laboratori privati a carico però del Sistema sanitario nazionale. La misura, annunciata dalla Regione Umbria una settimana fa per risolvere in parte il grande problema del testing legato al Covid-19 (e relative quarantene), non è ancora operativa.
La Regione Umbria, infatti, non ha ancora provveduto alla firma della convenzione. Mentre i laboratori privati si dicono pronti già da due settimane ad aiutare il sistema pubblico.
A spiegarlo, in una nota, sono i referenti regionali delle associazioni rappresentanti i laboratori privati, il dottor Paolo Pelosi per Anisap, la dottoressa Patrizia Pasciuti per Federlab e il dottor Sandro Contenti per Osap.
“Al momento, se il primo tampone per l’individuazione della positività al virus può essere svolto dal Sistema sanitario nazionale e dai centri privati (laboratori privati, farmacie, punti prelievo), – ricordano le tre associazioni – i tamponi di fine isolamento sono ancora ad esclusivo appannaggio del Ssn che ha deciso di farsene completamente carico”.
Per far fronte a questa situazione, il Governo ha emanato il Decreto Legge n. 229 del 30 dicembre 2021 e la successiva Circolare del Ministero della Salute del 30 dicembre 2021, recepiti dalla regione Umbria con il DGR 1373 del 31/12/2021, con il quale si autorizzano i centri privati abilitati (laboratori privati, farmacie, punti prelievo) a eseguire i tamponi di ‘uscita’ sia per le persone in isolamento per effetto di un tampone positivo, che per coloro che si trovano in quarantena a causa di un contatto stretto e che, scaduti i termini di legge (5, 7 e 10 giorni a seconda dei casi) vogliano uscire dall’isolamento/quarantena. Una possibilità allargata anche a quei soggetti già in possesso di prenotazione Asl la cui data sia superiore ai termini di legge: anche in questo caso, dunque, è possibile eseguire il tampone in una struttura privata. In questo modo, si dovrebbe sgravare di molto il SSR e ridurre notevolmente le attese dei cittadini che in questo momento sono costretti, loro malgrado, ad un isolamento oltre i termini di legge.
“Alla luce delle nuove misure, – ricordano Pelosi, Pasciuti e Contenti – la Regione Umbria ha deciso di istituire una convenzione con la quale i cittadini potranno rivolgersi ai centri privati per effettuare il tampone, senza alcun costo, ma con l’unico obbligo di firmare un’autocertificazione comprovante l’appartenenza ad una delle seguenti categorie aventi diritto:
e se in tutte e tre le casistiche, l’eventuale appuntamento per il tampone di ‘uscita’ dall’isolamento/quarantena con il SSR è oltre i termini di legge”.
“I laboratori privati, fin dal 24 dicembre 2021, giorno della prima convocazione da parte della Direzione Regionale Salute e Welfare, hanno dato la loro completa disponibilità ad ampliare le proprie agende e sono pronti per affiancare il servizio pubblico non solo con i test antigenici, ma anche con i tamponi molecolari (metodo PCR) non eseguibili, invece, in farmacia. Ricordiamo che i laboratori si presentano con ambienti dedicati con modalità e percorsi sicuramente sicuri perché soggetti a normative autorizzative molto rigide, e questo a garanzia del cittadino per la sua sicurezza e per la prevenzione della diffusione del contagio”.
Tutto è pronto, dunque, ma manca ancora il via libera della Regione Umbria e delle Asl territoriali. Ed intanto è passata una preziosa settimana. I rappresentanti delle tre associazioni ricordano infatti che “non è ancora stata sottoscritta la convenzione annunciata che darà, finalmente, ai laboratori privati la possibilità di prendere in carico i pazienti appartenenti alle tre casistiche, in totale sicurezza tramite i percorsi dedicati, eventuali ulteriori drive through e postazioni esterne. Le associazioni rappresentanti i laboratori privati (ANISAP, FEDERLAB, OSAP), dunque, ribadiscono alla Regione Umbria la loro piena operatività e la massima disponibilità – concludono – a dare il proprio contributo di fronte all’attuale situazione di emergenza e restano in attesa della firma della convenzione per poter accogliere i cittadini interessati”.