A lanciare l'allarme è l’Unione Nazionale Tabacco (Unitab), i problemi principale sarebbero i prezzi non adeguati a coprire i costi di produzione e l'incertezza delle multinazionali sull'acquisto del prodotto
“La situazione attuale del settore tabacco è molto preoccupante, le aziende agricole stanno vivendo un periodo di grande difficoltà”. Questo è emerso dalla recente riunione del CdA dell’Unione Nazionale Tabacco (Unitab), a cui sono associate il 40% delle aziende tabacchicole della produzione di tabacco Bright coltivato in Italia.
Summit sulla crisi, i 2 punti “caldi”
All’incontro presieduto dal Presidente Massimo Ricci, dove erano presenti anche Fabio Rossi (Confagricoltura Umbria), Matteo Bartolini (Cia Umbria), Pina Romana (referente nazionale tabacco di Confagricoltura) e Ivan Nardone (referente nazionale tabacco di Cia), è stato ribadito come le questioni che metterebbero in pericolo la sopravvivenza delle aziende associate per la prossima campagna produttiva sono due: i prezzi del tabacco pagato ai coltivatori, non adeguati a coprire i costi di produzione, e l’incertezza, da parte di alcune multinazionali, circa l’acquisto del prodotto per la prossima campagna produttiva.
Umbria e Altotevere “esempio virtuoso”
Va detto che in questi ultimi anni la produzione di tabacco e le superfici investite si sono alquanto ridotte e attualmente le persone impiegate in Italia nella produzione, trasformazione e indotto ammontano a circa 40-45.000 unità. “L’Umbria e l’Alta Valle del Tevere – è stato detto – “sono un esempio virtuoso di capacità aggregativa degli agricoltori, razionalizzazione della trasformazione e sviluppo dell’indotto” con tre delle più importanti aziende metalmeccaniche, specializzate nei macchinari per il tabacco, che esportano in tutto il mondo forni di essiccazione, raccoglitrici e impianti di prima trasformazione, eccellenze riconosciute dal mercato mondiale.
Le richieste di Unitab
“Il comparto – fa sapere Unitab – ha bisogno del supporto di Governo, Parlamento e Autorità Regionali al fine di interrompere la riduzione delle superfici coltivate a tabacco e mantenere la sostenibilità sociale ed economica dei distretti umbro, campano e veneto. Per continuare su ricerca e innovazione, investimenti su sostenibilità ambientale e mantenimento dei livelli occupazionali c’è bisogno di sottoscrivere contratti pluriennali con le multinazionali e garantire negli accordi già sottoscritti la necessaria sostenibilità economica”.
“A rischio 2500 posti di lavoro nei distretti umbro e veneto”
“Considerando il momento storico, molto complicato, non ci possiamo permettere di perdere oltre 2500 posti di lavoro nei distretti tabacchicoli umbro e veneto. Il nostro settore ha sempre avuto tra le sue peculiarità l’attenzione alla sostenibilità sia ambientale che sociale, visto che da sempre opera anche da ammortizzatore per le crisi di altri settori”.
Il piano di Unitab
Unitab starebbe infatti pensando alla progettazione di un piano di filiera tabacco interregionale, per accompagnare le aziende tabacchicole lungo un percorso di ristrutturazione e diversificazione della durata di cinque anni. L’idea è quella di avere garanzie di contratti per i prossimi 5 anni e, nello stesso tempo, attuare un piano di diversificazione del settore con verifica a 3 anni per la programmazione del rilancio del settore o della completa fuoriuscita.
“E’ chiaro che, – è stato aggiunto nella riunione dle Cda Unitab – laddove non si riuscisse a trovare una soluzione al problema, si dovrà mettere in atto un piano di riconversione nazionale per una dignitosa uscita delle aziende agricole dal settore. In questo caso saranno evidenti le ripercussioni di stabilità sociale nei distretti che, come agricoltori, vorremmo in tutti i modi evitare”.