Ancora poche certezze per la filiera del tabacco altotiberino e dei suoi numerosi lavoratori, che nelle ultime 24 ore si sono mobilitati per avere risposte sul loro futuro.
Da questa mattina (1 febbraio) alle 6, intanto, nello stabilimento della Trasformazione Tabacco Italia (Tti) di Cerbara la produzione è ufficialmente bloccata in segno di protesta, con eloquenti cartelloni a sottolineare lo stato di precarietà degli operai e di tutto il comparto.
Lo stop ai lavori era stato deciso già ieri (31 gennaio) in Piazza Italia a Perugia, dove oltre 200 lavoratori, partiti con 4 pullman da Città di Castello, avevano manifestato davanti al Palazzo della Regione ma, soprattutto, rivolgendosi a tutte le istituzioni.
Al centro delle loro richieste soluzioni immediate dopo la decisione della Japan Tobacco International (Jti) – multinazionale di riferimento dell’Altotevere – di sottoscrivere un contratto di trasformazione con Deltafina, intendendo spostare, dalla prossima campagna produttiva, la lavorazione del tabacco greggio nello stabilimento di Bastia Umbra.
Poco dopo la manifestazione di Perugia l’argomento è stato affrontato anche durante il Consiglio comunale tifernate, grazie ad una mozione di Gionata Gatticchi (capogruppo Pd) “per intraprendere ogni percorso utile a garantire stabilità e sicurezza lavorativa ai dipendenti della filiera tabacchicola dell’Altotevere coinvolti nella vicenda, facendosi promotori di reti sinergiche tra istituzioni, produttori e rappresentanti dei lavoratori”. Documento votato poi all’unanimità ma che – ha precisato il sindaco Luca Secondi – “può incidere solo in dinamiche di tutela del comparto e non certo in quelle di mercato”.
In tal senso tutti i sindaci dell’Altotevere attendono ancora l’incontro (slittato qualche settimana fa a data da destinarsi) con il viceministro all’Agricoltura con delega alla Tabacchicoltura Gian Marco Centinaio: “Si auspica – avevano detto le istituzioni locali – un’azione governativa che metta al tavolo le multinazionali per le questioni contrattuali volte alla salvaguardia dei posti di lavoro ed ad un riconoscimento economico a favore delle nostre imprese”.
Tornando a questa mattina (martedì 1 febbraio) i 300 lavoratori della Tti, al freddo pungente davanti alla sede, continuano ad avanzare le solite “ma finora inascoltate” richieste: “Il blocco totale dei lavori continuerà finché il Consiglio di Amministrazione dell’azienda non verrà a darci spiegazioni. La decisione di Jti, che dopo oltre 10 anni con noi ha deciso per un nuovo contratto con Deltafina getta un’ombra pesante sul futuro occupazionale sia di 300 lavoratori impiegati tra campo e sito di trasformazione, sia dell’intera filiera – che conta quasi 2500 persone – che entrerebbe in crisi nel suo complesso”.