Non c’è due senza tre: e così, dopo le prime due bocciature, da parte della Ministero dell’Ambiente e del Cipe, siamo ora al terzo tentativo per cercare di realizzare il semisvincolo di Scopoli lungo il nuovo tracciato della ‘Val di Chienti’ Foligno – Civitanova Marche.
L’ultima novità arriva direttamente dalla Quadrilatero Spa che si dice pronta a rivedere il progetto ritenuto troppo impattante dalla Sovrintendenza umbra e quindi cassato dal Ministro dell’Ambiente, Dario Franceschini. Torna quindi, a farsi sentire Guido Perosino, amministratore unico della società, rendendo noto che sarebbe pronto a mettere a disposizione progetti modificati che tengano conto dei rilievi mossi dalla Sovrintendenza e al tempo stesso vadano incontro alle esigenze della popolazione.
Ma resta un nodo, fondamentale: il tutto dovrà essere compatibile con autorizzazioni, copertura finanziaria e tempi necessari. A spalleggiare il ‘progetto tris’ anche la Regione dell’Umbria, la presidente Marini ha infatti nuovamente scritto al Governo tornando ad incalzare l’esecutivo dopo le promesse dell’ex premier Renzi proprio in occasione dell’inaugurazione dell’infrastruttura.
L’unica cosa certa, nonostante mesi e mesi di promesse, garanzie e rassicurazioni è che il Governo ha stralciato lo Svincolo di Scopoli sin dallo scorso primo dicembre, circostanza questa, venuta alla luce grazie ad un’interrogazione urgente presentata dall’onorevole umbro di Forza Italia, Pietro Laffranco, alla quale ha risposto il sottosegretario alle Infrastrutture Del Basso De Caro.
Ad oggi più che una pietra tombale sembrerebbe uno stop aggirabile, cambiando strategia, ovvero chiedendo l’inserimento dello svincolo di Scopoli tra le opere strategiche del post terremoto. In questo modo il Governo potrebbe tornare a considerarlo come prioritario scongiurandone il declassamento.
Il vero grande scoglio resta però quello della copertura economica, necessaria pure per la progettazione. Il pacchetto completo si aggira sugli otto milioni di euro, la novità sarebbe la disponibilità da parte della Regione Umbria ad un primo anticipo, ma occorre ripartire con una procedura d’appalto, presentare un nuovo progetto e quindi riavviare tutto l’iter tecnico burocratico, in questa maniera si passerebbe per la conferenza dei servizi e logicamente cadrebbe il vincolo ministeriale.