Nel mirino - anche dell'amministrazione comunale cittadina - il mercatino delle religiose e la pagina Facebook che "pubblicizza" le attività delle religiose
C’ è un legame con l’Umbria nella storia delle suore di clausura che, considerate troppo social, hanno ricevuto per la loro superiora un avviso di ‘sfratto’: la vicenda accade a Pienza, in provincia di Siena, città che ospita 13 suore benedettine di clausura che stanno rifiutando la nuova madre superiora, proveniente dal monastero San Magno di Amelia (Terni).
La vicenda è rimbalzata ieri su diverse testate nazionali: secondo le “accuse”, il convento di clausura sarebbe troppo social e nel mirino ci sarebbero anche alcune attività – segnalate mesi fa alla diocesi anche dal sindaco di Pienza Manolo Garosi – tra cui il mercatino delle religiose. Polemiche anche per l’apertura di una pagina Facebook dalla quale nel 2019 è stato lanciato un invito rivolto alle giovani “dai 18 ai 38 anni“, per “vivere un’esperienza nuova e condividere la nostra vita quotidiana”, il tutto “a costo zero: penseremo a tutto noi“.
Il cambio della guardia sarebbe motivato, oltre che dalle segnalazioni delle autorità cittadine, anche dalla visita di un delegato apostolico: il verbale è stato secretato, e alla diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza – che nel frattempo ha visto anche un cambio di vescovo, dallo scorso settembre il cardinale Augusto Paolo Lojudice – è stata comunicata solo la decisione finale.
Le 13 suore, che secondo alcuni sarebbero state trasferite dall’Umbria dopo il sisma del 2016 ma che in realtà arriverebbero dall’Olanda anche se sarebbero in gran parte di origini marchigiane, sono oggi guidate da madre Diletta, già maresciallo delle guardie forestali marchigiane. La nuova superiora, comunicata il 13 febbraio, per decreto del dicastero vaticano per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita apostolica, arriva invece dal monastero San Magno di Amelia (Terni).
E se le suore “combattono” – e rischiano di perdere il convento e la riduzione allo stato laicale – la diocesi fa sapere che “continuerà a sostenere la presenza dell’istituzione religiosa. Ovviamente il tutto deve svolgersi in obbedienza alle leggi civili e alle disposizioni canoniche e nell’accoglienza delle disposizioni della Santa Sede. Al momento non risulta che sia stata data esecuzione alle disposizioni dei decreti della Santa Sede. Ci auguriamo – conclude la nota – che presto si possa trovare un accordo” e “in tale contesto si rende presente che non sono autorizzate in alcun modo raccolte di denaro da inviare a conti del monastero o intestati a persone fisiche“. (Foto di Ricardo Gomez Angel su Unsplash)