Oggi più di mille studenti in corteo a Perugia per gridare “No!” alla riforma della maturità indicata dal Governo e per protestare contro le altre numerose criticità della scuola. Il corteo, organizzato dalla Consulta provinciale degli Studenti di Perugia e dai rappresentanti dei vari istituti, ha visto la partecipazione di studenti, provenienti da tutta la provincia.
“Non riusciamo più a sostenere le situazioni sempre più difficili nelle nostre scuole: non accettiamo più i costi esorbitanti di mobilità e libri di testo, un’edilizia precaria, esperienze di Alternanza Scuola-Lavoro inutili e organizzate male, siamo contro una didattica che ci vede come spettatori passivi di lezioni che non ci riguardano. A tutto ciò si aggiunge la presa in giro da parte del Ministero sugli Esami di Stato, e il vaso trabocca” hanno poi spiegato gli studenti.
Così Lorenzo Mazzanti, presidente della Consulta Provinciale di Perugia “ Si è conclusa una giornata storica per gli studenti di Perugia. In 1500 oggi in una piazza trasversale, senza bandiere, di tutti e per tutti, abbiamo rivendicato le nostre idee e la nostra contrarietà nei confronti di un esame di stato improvvisato e confusionario nei contenuti. Non sappiamo come l’alternanza scuola lavoro sarà presente all’interno del colloquio orale, non è mai stata insegnata un’ora di diritto in molti licei ed istituti ed ora vengono a chiederci il programma di educazione civica. Ci sottoporremo poi al gioco delle tre carte, simile ad un quiz show degli anni 80′, dimenticando il valore del percorso formativo quinquennale. Chiediamo inoltre al governo, che insiste nel farci la morale sul sacrificio e l’adattamento dove sono finiti i 4 miliardi per la scuola pubblica stanziati nei prossimi tre anni. L’ignoranza rimanga tra i banchi di governo, non tra i banchi di scuola”.
Aggiunge Matias Cravero, coordinatore di Altrascuola – Rete degli Studenti Medi Umbria, che ha preso parte alla manifestazione: “Non è tollerabile che si venga a sapere dei pesanti cambiamenti fatti all’esame a pochissimi mesi di distanza dalle prove, per di più con una vaghezza e un’approssimazione che lasciano gli studenti e gli insegnanti in serissima difficoltà nel prepararsi. Non è tollerabile che a fronte di tutto ciò si continui a tagliare miliardi all’istruzione e si continui a invocare ‘l’impegno, la buona volontà e i sacrifici’ di insegnanti e studenti, come ha recentemente fatto il ministro Bussetti: è ora di alzare la voce“.