Quello che maggiormente colpisce di tutto il villaggio è il deteriorarsi inarrestabile delle strutture incomplete: letteralmente assalite dalla vegetazione
Molti gli anni trascorsi, eppure, lo “spettacolo” è sempre il medesimo. Siamo a Stroncone, piccolo comune alle porte di terni, dove nel bel mezzo di un quartiere di villette unifamiliari o bifamiliari, curate e ordinate, spiccano case non degne di questo titolo; edifici incompleti, antiestetici e pericolanti che rendono una discarica a cielo aperto quella che, in realtà, potrebbe essere una vera chicca.
Gli inizi della vicenda
Tutto ebbe inizio nel lontano 2003, quando, a nome di D.T., fu presentato il progetto di lottizzazione firmato dagli architetti Longhi, Marchetti, e dall’ingegner Longhi. Il disegno venne poi approvato nel 2004, e, il 22 giugno del 2004 fu rilasciato il permesso di costruire. A quel punto l’impresa EdilMorelli Costruzioni acquistò il terreno su cui costruire il compendio immobiliare, situato in una zona di espansione edilizia del Comune di Stroncone, Località Montemaggio.
Opere di urbanizzazione incomplete
Generalmente, compito del lottizzante sarebbe quello di compiere le opere di urbanizzazione, provvedere, cioè, alle strade, all’illuminazione, alle fognature, che poi vengono, in un secondo momento, cedute al Comune: infatti, a garanzia della corretta realizzazione il Comune di Stroncone stipulò con la EdilMorelli Costruzioni una convenzione garantita da polizza fideiussoria. Di lì a poco, tuttavia, la ditta si trovò a dover affrontare il fallimento, senza, per questo, essere riuscita a completare il piano di urbanizzazione.
L’intervento del curatore fallimentare
Nel frattempo, il Comune di Stroncone fu costretto a porre in essere una escussione della polizza fideiussoria, e, le case invendute, oggetto di fallimento, andarono nelle mani del curatore fallimentare, il Dottor Massimiliano Strinati. Questa la decisione del Dottor Strinati: vendere all’asta tutti gli edifici in un unico lotto.
Edifici abusivi
A completamento di questo quadro, non privo di complicazioni, va aggiunto che alcune costruzioni risultarono abusive, in parte da demolire e in parte sanabili.
Tanto che per queste ultime, in particolare, è stato previsto un contributo di circa 54.000 euro in favore di chi, in futuro, si aggiudicherà il lotto all’asta.
Uno stato di abbandono e di pericolo
Ad oggi, quello che maggiormente colpisce di tutto il villaggio è il deteriorarsi inarrestabile delle strutture incomplete: letteralmente assalite dalla vegetazione e dai rovi nel periodo primaverile ed estivo, circondate da ponteggi pericolanti, utilizzate come contenitori per la spazzatura, “farcite”, cioè, da mattoni, calcinacci, tavole in legno di diversa grandezza, secchi vari, materassi, brandelli di guaina strappati dal vento, teli di plastica, canne innocenti; “case”, nelle quali, al posto delle scale, si spalancano profonde fessure; finestre “aperte” ad altezze considerevoli, anche di 5 o 6 metri.
L’aspetto più sconvolgente, però, è l’assenza di barriere di sicurezza per delimitare tutto ciò, che costituisce un pericolo per tutti, ma soprattutto per i più piccoli.
Strade bianche e scarsa illuminazione
Nella parte finale del villaggio l’illuminazione è scarsa, o addirittura assente. Le strade, inoltre, non sono asfaltate, motivo per cui i proprietari degli altri immobili abitati sono costretti, periodicamente e di tasca loro, a imbrecciarle, rendendole più accessibili per se stessi e per eventuali mezzi di soccorso, che, specialmente in caso di pioggia, quando la superficie del terreno diventa sdrucciolevole, troverebbero difficoltà a raggiungere le abitazioni.
Quasi come una città futurista
Insomma, sembra quasi di contemplare un “capolavoro” di architettura futurista: l’utopia futurista delinea una città in continuo mutamento, un cantiere perennemente in costruzione; qui, però, il cantiere è aperto da troppo tempo, e ben pochi i passi in avanti. Quando dovranno aspettare, ancora, i residenti di via Villaggio della Rinascita per poter finalmente vivere in una condizione dignitosa e decorosa?