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Strage Vaiano, sepoltura dei bimbi forse in Polonia | Il racconto dello zio

Si sono succedute a distanza di pochi istanti, non è chiaro quale dei due prima, le coltellate che hanno ucciso i due fratellini di Vaiano, i bambini barbaramente ammazzati dal padre, Maurizio Palmerini, nella loro abitazione, sabato mattina. Genitore che poi si è tolto la vita, gettandosi nel pozzo davanti alla casa. L’autopsia eseguita sui corpicini di Hubert, 13 anni, e Giulia, 8, non ha fornito molti elementi in più rispetto quanto già emerso sin dai primi istanti. L’esame autoptico effettuato dal medico legale Massimo Lancia non è riuscito a chiarire chi dei due bimbi, morti per le profonde ferite al collo inferte con un’arma da taglio (i coltelli sequestrati saranno nei prossimi giorni confrontati con le lesioni), sia stato per primo al centro della furia omicida del padre. Probabilmente il maschio al momento dell’aggressione stava dormendo, mentre la piccola, che forse era sveglia, ha anche tentato una reazione, se pur minima. Maggiori elementi a questo punto li fornirà la ricostruzione da parte dei carabinieri, che si occupano delle indagini coordinati dal pm Manuela Comodi.

Si terrà invece nella giornata odierna l’autopsia sul corpo di Maurilio Palmerini, che comprenderanno anche gli esami tossicologici per appurare se l’uomo avesse o meno assunto farmaci prima di commettere il duplice delitto e tentare di uccidere anche la moglie Caterina. Rimane da capire anche se sia stato un omicidio premeditato o un gesto folle improvvisato. Gli inquirenti propenderebbero per la prima ipotesi considerando il fatto che il pesante coperchio di ferro del pozzo era stato rimosso probabilmente ore o giorni prima che il 58enne decidesse di buttarvisi.

Intanto la mamma dei due bambini, Caterina, ferita dal marito e riuscita a scappare alla sua furia rifugiandosi dai vicini di casa, starebbe pensando di tornare in Polonia e seppellire lì i suoi figli. In queste ore accanto a lei, ancora ricoverata in ospedale, c’è la sorella Maddalena, che è stata avvisata soltanto nel pomeriggio di sabato di quanto accaduto dalla sorella di suo marito. È lui a ripercorrere quei drammatici momenti: “Quando mia sorella ci ha avvisati, – racconta il cognato di Caterinachiamavamo dappertutto, entravano le segreterie e chiamavamo in caserma ma apriva alle 16. Non sapevamo più chi chiamare, non avevamo i numeri dei vicini di casa e allora ci siamo precipitati giù a Vaiano ed è stata la proprietaria della casa accanto a raccontarci tutto, poi siamo corsi in ospedale”. “Abbiamo visto Caterina e i bambini la settimana scorsa – dice ancora il marito di Maddalena – mentre Maurilio lo avevamo visto l’ultima volta il giorno dopo Natale. Sembrava una persona con un fardello enorme sulle spalle ma del quale non parlava. Ma era il solito Maurilio, non era mai stato molto espansivo”. Caterina aveva parlato con i familiari delle cure a cui si sottoponeva il marito per affrontare la depressione, “ci ha detto che le sembrava robotico, che secondo lei la cura era tanto forte”. La sorella ed il cognato, invece, sembra non sapessero della situazione economica, probabilmente nemmeno Caterina ne aveva piena contezza. E nessuno ora si riesce a spiegare l’efferato delitto: i bambini erano legatissimi al padre Maurilio, “erano educatissimi, tanto rispettosi, bambini allegri” ricorda lo zio. “Non capiremo mai quello che è successo. I bambini non si toccano”.

(Ha collaborato Sara Fratepietro)

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