Dopo Federcaccia, che chiede venga riconosciuto il suo legittimo interesse, anche la Regione Umbria si costituisce in giudizio innanzi al Tar dell’Umbria per chiedere la revoca del provvedimento con cui è stato fermato l’avvio della stagione venatoria per numerose specie.
Il presidente del Tar dell’Umbria, infatti, dopo aver fissato al 4 ottobre il giudizio di merito sul ricorso presentato dalle associazioni ambientaliste contro il Calendario venatorio, sulla base del parere di Ispra ha sospeso fino a tale data la possibilità di cacciare le specie quaglia, beccaccia, alzavola, marzaiola, germano reale, beccaccino, canapiglia, codone, fischione, folaga, frullino, gallinella d’acqua, mestolone,
porciglione, tordo bottaccio, tordo sassello, cesena, fagiano e starna, nonché per la piccola selvaggina. Annullando di fatto l’avvio della stagione venatoria fissata al 18 settembre.
Nel prendere atto del decreto monocratico (n. 119/2022) del presidente del Tar Umbria, la Regione Umbria si costituisce in giudizio “chiedendo la revoca del decreto stesso e presentando istanza di anticipazione dell’udienza in Camera di Consiglio, fissata per il 4 ottobre 2022”.
La mancata presenza in giudizio della Regione era stata fortemente criticata dalle associazioni venatorie e da alcune forze politiche. Il ricorso è stato firmato domenica 4 settembre dai responsabili delle associazioni ambientaliste e la notifica protocollata dagli Enti di indirizzo il giorno 5. Con gli uffici della Regione che non lo hanno tracciato e il presidente del Tribunale che il 7 settembre si pronuncia, accogliendo la sospensiva e fissato l’udienza in camera di consiglio per il 4 ottobre.
Morroni ha poi convocato per venerdì mattina le associazioni venatorie.