Succede ad Assisi, le indagini condotte dalla polizia di Stato
Dopo una lunga e articolata attività d’indagine portata avanti dagli agenti dell’Ufficio Anticrimine e del Controllo del Territorio del Commissariato PS Assisi, il Gip presso il Tribunale di Perugia emetteva a carico di una donna assisana 46enne,già nota alle forze dell’ordine,la misura del divieto di avvicinamento alla sua vicina di casa verso la quale si era resa responsabile del reato di stalking.
I poliziotti di Assisi eseguivano la misura cautelare nei confronti della donna che attraverso continue aggressioni fisiche e verbali aveva costretto la sua vicina di casa a cambiare le proprie abitudini di vita, ingenerando in lei un permanente e perdurante stato di ansia che l’aveva portata a temere per l’incolumità propria e di quella dei propri familiari.
La donna decide così di rivolgersi alla Polizia.Gli agenti con sensibilità e tenacia riuscivano a ricostruire con puntualità, precisione, in modo dettagliato e coerente tutte le condotte perpetrate dalla donna in più di un anno, sentendo testimoni e raccogliendo in modo sistematico tutto gli interventi effettuati dalla Volante chiamata in soccorso in svariati episodi.
La stalker aveva più volte offeso la donna con frasi ingiuriose e discriminatorie, aveva minacciato di morte lei e i suoi familiari minacciando di dare fuoco all’intera palazzina o alla macchina, aveva aggredito il fratello rincorrendolo con una scopa, aveva tentato di sfondare la porta d’ingresso dell’appartamento della vicina con manate e calci con l’intento di entrare e aggredirli fisicamente, aveva danneggiato la sua auto distruggendo con calci e pugni lo specchietto, i tergicristalli e la carrozzeria infine ad aprile scorso aveva dava fuoco alla cassetta postale.
Alla luce di tutte queste aggressioni, la donna, lesa nella sua libertà morale e di autodeterminazione, era stata costretta a limitare le proprie uscire per il timore di incontrare la vicina o affrontare gli appostamenti che la 46enne faceva sul suo posto di lavoro.
Grazie agli elementi raccolti, il Gip emetteva una misura cautelare che impedirà alla donna da questo momento in poi di avvicinarsi ai luoghi abitualmente frequentati dalla vittima con l’obbligo di mantenere una distanza non Inferiore ai 500 metri e di comunicare con la vittima.