Nel Ternano tabelle col nome della Provincia, non più competente | Ma Loretoni (Libera Caccia) pone il problema delle immissioni in tutta l'Umbria
Mentre i cacciatori umbri attendono le direttive degli uffici regionali sulle modalità dei lanci, dopo la riunione tra l’assessore Morroni e i responsabili delle associazioni venatorie e degli Atc, su istanza del presidente dell’Atc2 Luciano Calabresi, una certa sorpresa hanno destato le tabelle di “Divieto di caccia” spuntate nel territorio ternano, con la dicitura Provincia di Terni.
Ripopolamenti lepri, fagiani e starne,
si attende la “deroga” per le immissioni
Alcuni hanno pensato anche che nel territorio si fosse verificata una qualche emergenza tale da giustificare l’intervento della Provincia in una materia non più di sua competenza. Numerose sono state le richieste di chiarimenti ricevute da Massimo Novelli, rappresentante della Libera Caccia in seno all’Atc3. Da qui l’istanza inviata dall’avvocato della Libera Caccia dell’Umbria, Marzio Vaccari, alla Provincia di Terni e alla Regione Umbria, affinché la Provincia stessa annulli il provvedimento con cui dispone i divieti di caccia in alcune zone, se emesso. E comunque vengano rimosse le tabelle.
Ma al di là dell’anomalia che si è verificata nel Ternano, il problema delle tabellazioni e dei ripopolamenti riguarda tutto il mondo venatorio umbro, a seguito dell’applicazione del Piano faunistico venatorio. Come appunto evidenziato dalle associazioni venatorie alla Regione, con la richiesta di una deroga alle immissioni invernali di lepri e animali da penna.
“Quante tabelle sarebbero necessarie in questo territorio e chi potrebbe gestirle?” afferma il presidente umbro della Libera Caccia, Lando Loretoni. Ricordando, ad esempio, che per le immissioni nel territorio dell’Atc 2 servirebbero circa 150 Art. “Ben vengano le tabellazioni dove ci sono risorse per gestirle – spiega Loretoni – ma occorre considerare che il numero dei cacciatori e dei volontari è sempre più limitato. Pensiamo che ogni Art dovrebbe avere una estensione da 250 a 50 ettari, o anche meno in casi particolari: come pensare di poterne gestire un numero così elevato come quello che servirebbe?”.
Per questo il presidente della Libera Caccia torna a chiedere che venga data la possibilità di rilasciare animali acquistati: “L’ambientamento – spiega – viene già assicurato negli allevamenti”.