(Car. Van.) – Commercianti, artigiani e professionisti di Spoleto si ritrovano in una vera e propria bufera causata dalla tassa sulla pubblicità che in questi giorni è stata richiesta dalla Ica, la società che gestisce anche il servizio affissioni per conto del Comune di Spoleto. All'arrivo delle cartelle non c'è stato un imprenditore dei tre settori che non abbia sgranato gli occhi per un verso o per un altro, poiché a tutti è apparso subito molto difficile capire come da cifre pagate negli anni precedenti, ad esempio 150 euro, si potesse passare di botto a 700. Qualcuno ha reagito subito e oscurando la pubblicità sulle vetrine ha fatto scendere richieste pari a 2mila euro, a quasi 70. Una Babilonia di comportamenti che ha generato un caos di interpretazioni che certamente non da l'idea di “equità”.
La tassa richiesta, è bene chiarire, si riferisce all'anno 2012-2013, e prevede il pagamento di qualunque affissione pubblicitaria sulle vetrine ed all’interno delle attività commerciali, purché siano più grandi di 300 centimetri quadrati, in difformità con quanto denunciato pubblicamente da un consigliere comunale, che deve essere stato preso anche lui dal vortice delle disposizioni applicative non chiare. La normativa indica anche che il minimo imponibile è 1 metro quadro, quindi se una pubblicità è più piccola comunque c’è una tariffa base da pagare. Il corto circuito sui parametri è però avvenuto dopo anni di gestione Ase che invece calcolava il tutto con criteri diversi. E così la società partecipata del Comune si ritrova di nuovo nel mezzo della tempesta e questa volta forse per essere stata o troppo buona o troppo poco accorta. Ma chi fa la parte del cattivo, l'Ica, in verità non è completamente nuovo a provocare questo tipo di reazioni. Un certo “maltempo” si era registrato anche in quel di Terni dove la società in questione amministra lo stesso servizio ed in quel caso il Comune non potè fare nulla.
Nel frattempo è iniziata la processione dei commercianti e degli artigiani verso gli uffici dell'Ica, dove il funzionario locale, Bruno Delfino, ha tentato di calmare gli animi accesissimi promettendo il controllo di ogni singola posizione, incluso un sopralluogo fisico che andrebbe a sostituire nella pratica il rilievo fotografico fatto dalla società. Ed è proprio il caso che Delfino si faccia un passeggiata perchè in alcuni casi gli errori sono marchiani, come quello di un barbiere che ha ricevuto la cartella di pagamento per un insegna del “Caffè Roma” o un ingegnere, sempre spoletino, una affissione relativa ad un cantiere edile. Verrebbe da ridere, per non piangere, quanto capitato alle farmacie cittadine che hanno ricevuto un avviso di pagamento di 50 euro relativo alla bacheca in cui viene affisso il foglio con le “farmacie di turno”. Che sia anche quella pubblicità? A noi appare più banalmente una informazione al cittadino.
Al pari dei singoli imprenditori, si sono mossi così anche i rappresentati delle principali associazioni cittadine, Confesercenti, Confcommercio e Il Bruco, che imputano alla società la mancata informazione sulle diverse tariffe e il loro relativo calcolo, tanto più che gli stessi imprenditori avevano pagato la tassa 2012 con i parametri Ase. Di oggi le note polemiche delle due associazioni di categoria che hanno usato parole pesanti sul comportamento della società e chiesto un incontro urgente al sindaco Benedetti. Il “maltempo “ è appena inziato.