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Spoleto si ferma per l’ultimo saluto a Stefano e Pietro – In centinaia a San Pietro per i funerali

Una città intera sembra non volersi rassegnare alla perdita di Stefano e del piccolo Pietro, il finanziere 40enne e suo figlio di 10 anni, vittime dell’incidente mortale di sabato scorso sulla Tre Valli, alle porte di Spoleto. Eppure il destino se li è portati via entrambi, in un batter di ciglio, negandogli per sempre le gioie del presente e le speranze per il domani.

La chiesa di San Pietro, dove oggi pomeriggio si sono celebrati i funerali, non è riuscita a contenere le centinaia di persone che si sono strette intorno ai familiari della famiglia Laurenti. La fila delle auto lungo la via d’accesso alla basilica sembra non finire mai. Ci sono i genitori, i cognati, autorità civili e militari, agenti di Polizia (il cognato di Stefano, uno dei primi ad arrivare sul luogo della tragedia, è appunto un poliziotto). E accanto a loro tanti amici e conoscenti, uniti da un dolore straziante.

Arrivano anche i compagni di scuola del piccolo Pietro. Hanno interrotto anticipatamente le lezioni per poter essere vicini al loro amico per l'ultima volta. Lo salutano nel modo più semplice e puro, poggiando ognuno una rosa bianca sulla piccola bara. Poi, al termine della cerimonia, lanciano in aria dei palloncini bianchi con i nomi di Pietro e Stefano, nella speranza che possano raggiungere papà e figlio in cielo.

Un papà, Stefano, sempre presente per i suoi figli, sempre pronto a dedicare alla famiglia il suo tempo libero. Lo ricorda, commosso, il generale Zaccagnini, comandante regionale della Guardia di Finanza. Parole dolci per un collega e un amico, “un esempio da seguire” a cui tutta la Guardia di Finanza “sarà per sempre grata”. E a suffragare le parole del generale il picchetto d’onore che ha reso omaggio allo sfortunato 40enne.

Ora, inevitabilmente, il pensiero si rivolge alla moglie Paola che lotta ancora tra la vita e la morte, e ad Elide, la sorella gemella di Pietro, le cui condizioni migliorano di ora in ora. Erano anche loro in macchina quel maledetto sabato sera: una famiglia felice che tornava a casa per trascorrere un sereno fine settimana, prima che un destino beffardo decidesse di segnare per sempre le loro vite. (Jac. Bru.)

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