Jacopo Brugalossi
“Le regole devono essere uguali per tutti. Non accetteremo più di lavorare in regime di concorrenza sleale, ne va della nostra stessa sopravvivenza”. Ecco la “patata bollente” che 42 tra ristoratori e albergatori di Spoleto hanno lasciato nelle mani del sindaco Daniele Benedetti dopo aver letteralmente occupato, sin dalle 10.30 di stamattina, la sala giunta di Palazzo Comunale. E’ stata un’azione decisa nella serata di ieri che ha colto impreparato lo stesso primo cittadino il quale, impegnato a Foligno nella conferenza stampa che ha sancito l’addio alla Asl n.3, non ha potuto incontrarli prima delle 13.30.
Il cenone della discordia – Prima, i presidenti della associazioni di categoria hanno avuto tutto il tempo di spiegare i motivi di una protesta tanto eclatante. A partire dalla goccia che ha fatto traboccare il vaso: il cenone di capodanno con ricco menù a 36 euro e annessa serata danzante organizzato nello spoletino da uno dei tanti comitati promotori di sagre e manifestazioni del comprensorio. Un evento che, fatto passare per sociale, avrebbe invece tutti i crismi di una vera e propria attività commerciale, “ma senza essere sottoposta alle rigide norme fiscali, di tutela del lavoro e di sicurezza a cui siamo costretti ad attenerci noi ristoratori”, sentenziano i portavoce della protesta. Ecco perché già un paio di settimane fa è partito un esposto a tutte le autorità competenti (Vigili Urbani, Guardia di Finanza, Asl, ispettorato del lavoro e Nas) in cui si chiedeva di vigilare sulle modalità di svolgimento della serata, annullandola qualora fossero state riscontrate procedure illecite.
Regole uguali per tutti – “La crisi obbliga alla chiusura molti di quelli che lavorano in regola – ha affermato il presidente dell'Ascom – mentre permette ai comitati promotori di arricchirsi operando entro regolamenti molto più blandi”. Chiaro il riferimento ai costi del personale nei ristoranti, a quelli dei corsi HACCP che deve frequentare, alla modalità di conservazione di cibi e bevande, alle norme di sicurezza. Aspetti a cui i comitati non sono costretti ad attenersi. Per non parlare dell’aumento costante della pressione fiscale (Imu a Tarsu in primo luogo) che ha già messo in ginocchio ben 60 attività commerciali a Spoleto quest’anno e che nel 2013, quando alla Tarsu subentrerà la Tares, rischia di aumentare ulteriormente. “La nostra non è una crociata contro il principio della sagra – hanno tenuto a precisare ristoratori e albergatori – ma un appello alle istituzioni affinché ci diano una mano a sopravvivere stabilendo regole chiare e valide per tutti, specialmente nei periodi di punta come il capodanno”.
Le richieste – Ma c’è di più. Stanchi di giocare solo in difesa, i ristoratori sono passati oggi al contrattacco, avanzando al sindaco due esplicite richieste: la limitazione a uno per anno degli eventi organizzati da pro loco e comitati e l’inserimento di un loro rappresentante nella commissione di pubblico spettacolo, che si occupa del rilascio delle autorizzazioni per lo svolgimento di eventi. Richieste che il primo cittadino si è impegnato a prendere seriamente in considerazione, raccogliendo l’apprezzamento di tutti i presenti (contrariati invece per l’assenza degli assessori che, contattati al telefono, si sono detti indisponibili ad incontrarli). Benedetti ha detto inoltre di aver già dato mandato al comandante della Polizia Municipale di procedere con tutte le verifiche necessarie sul cenone “incriminato”, concordando con le perplessità dei ristoratori sul tipo di serata illustrata nei volantini. “Credo ci siano gli estremi per non autorizzarla”, sono state le ultime sue ultime parole.
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