Carlo Ceraso

“Roba da rovinare la reputazione alla categoria” direbbe Gambadilegno se solo sapesse dell’impresa dell’uomo che ha rapinato l’ufficio postale di Strettura, frazione a sud di Spoleto. Perché lui ce l’ha messa proprio tutta a svuotare la cassa della malcapitata cassiera, ma quest’ultima, avviando una sorta di trattativa, è stata più brava a farlo desistere. Quasi una favola da Libro Cuore. Ci mancava solo che alla fine il malvivente lasciasse la mancia per il disturbo.
I fatti – è l’ora di pranzo quando l’uomo entra nel piccolo ufficio di Poste Italiane. Ha atteso che all’interno non ci fosse nessuno. Ha un cappello in testa e indossa un paio di occhiali scuri. Una cinquantina di anni, accento romano. Con fare gentile si avvicina all’impiegata. Le mani bene in vista a dimostrare che non ha armi. “Apra la cassaforte e mi consegni il denaro” fa l’uomo alla donna. L’addetta spiega che la cassa è dotata di un sistema di sicurezza che richiede almeno 15’ prima di poter essere aperta. “Attendo io, lei si chiuda in bagno”. La donna, non senza un briciolo di imbarazzo, avverte che la porta della toilette è rotta e quindi che il rapinatore non può sentirsi poi così sicuro. Per il romano è proprio una giornataccia. “Mi consegni allora i soldi che ha sul tavolo” dice spazientito. Sulla scrivania ci sono 500 euro. “No questi no, se li prende dovrò rimborsali io all’azienda” replica l’impiegata. Il rapinatore quasi si commuove: “lei me li consegni e mi dica come si chiama, glieli farò riavere presto”. Il dialogo fra i due va avanti ancora per un po’ fino a quando l’uomo quasi desiste dai suoi propositi. Uscirà di lì a poco dall’ufficio con in tasca una sola banconota da 100 euro.
Scatta l’allarme e sul posto convergono un paio di gazzelle dei carabinieri agli ordini del capitano Rufino. Del rapinatore però non c’è più traccia. E’ fuggito lungo la Flaminia, probabilmente in direzione Terni.
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