Il Comune entra nell'associazione Città del vino, i risultati e gli obiettivi. I dati delle aziende vitivinicole nel territorio
Non ci sono solo l’olio extravergine d’oliva e il tartufo tra le produzioni agroalimentari d’eccellenza del territorio di Spoleto, indissolubilmente legate con la sua storia. C’è infatti ad esempio anche il vino, nello specifico il Trebbiano Spoletino (da qualche anno Spoleto Doc), su cui l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Andrea Sisti intende puntare sempre più. E’ per questo che da qualche giorno il Comune di Spoleto è entrato ufficialmente a far parte dell’Associazione nazionale Città del vino, un organismo che riunisce circa 500 comuni italiani, 13 in Umbria, portando avanti attività di promozione e battaglie comuni, una voce unitaria di confronto con il Governo centrale.
A sancire l’ingresso di Spoleto nel sodalizio è stata la riunione di coordinamento delle Città del vino dell’umbria, seguita da una conferenza stampa alla presenza del presidente nazionale dell’associazione, il sindaco di Tollo, in Abruzzo, Angelo Radica. A fare gli onori di casa sono stati la vicesindaco di Montefalco, Daniela Settimi (coordinatrice delle Città del vino in Umbria), e quello di Todi, Claudio Ranchicchio (consigliere nazionale dell’Associazione). Tra i presenti, oltre ovviamente al sindaco di Spoleto Andrea Sisti, l’assessore spoletino Giovanni Angelini Paroli, la prima cittadina di Castel Ritaldi Elisa Sabbatini e la vicesindaco di Umbertide Annalisa Mierla.
Ad introdurre l’incontro con i giornalisti è stato l’assessore tuderte Ranchicchio, enormemente soddisfatto dell’ingresso di Spoleto nell’associazione, aumentando le fila dei Comuni umbri tra le Città del vino (il 14% del totale dei Municipi della regione). Oltre alla città ducale, infatti, ne fanno attualmente parte: Bevagna, Castel Ritaldi, Castel Viscardo, Ficulle, Giano dell’Umbria, Magione, Montefalco, Monteleone d’Orvieto, Orvieto, Todi, Torgiano e Umbertide.
La storia e gli obiettivi dell’organismo, ma anche i tanti traguardi raggiunti a sostegno delle amministrazioni comunali e delle attività enologiche di tutta Italia, sono stati illustrati dal presidente nazionale Radica. Che ha ricordato i problemi dell’agrivoltaico, le novità in materia di enoturismo, l’istituzione della vendemmia turistica, ma anche l’esistenza di un osservatorio nazionale sull’enoturismo che – tra le altre cose – evidenzia come per promuoverlo maggiormente occorrono strade e connettività.
Mentre il sindaco di Spoleto Sisti – che come agronomo ben conoscce le peculiarità del territorio locale – ha ricordato la storia del Trebbiano Spoletino che, dopo anni di disinteresse, ha visto un nuovo slancio negli ultimi decenni. In particolare, nel territorio comunale ci sono 10 aziende vitivinicole, mentre la Doc Spoleto viene attualmente prodotta in oltre 70 aziende che ricadono anche nei territori di Castel Ritaldi, Campello, Montefalco, Trevi e in parte Foligno, con l’idea di ampliare l’areale a Giano dell’Umbria, Gualdo Cattaneo e Bevagna. “Dal primo gennaio 2021 – ha ricordato Sisti – non è più possibile produrre Trebbiano senza il marchio Doc Spoleto”.