Aggiornamento h 20 – “ll “senza tetto” ritrovato morto a Spoleto nella serata di lunedì 9 marzo è conosciuto dalla Caritas diocesana di Spoleto-Norcia da quasi venti anni. È stato aiutato in molti modi”. Queste la parole dell’Arcidiocesi in merito alla morte di Mladjen Milanovic, il 45enne di origine bosniaca che da oltre 20 anni viveva a Spoleto guadagnandosi da vivere con lavori saltuari. Non aveva una casa, tanto che negli ultimi anni aveva trovato ‘alloggio’ in alcuni bagni pubblici, da cui era stato allontanato pochi mesi fa quando l’A.Se. aveva avviato le operazioni di riqualificazione. Lui però aveva rifiutato qualsiasi sistemazione alternativa la Caritas gli proponesse. Da ultimo direttore Giorgio Pallucco gli aveva proposto di trasferirsi nella Casa di accoglienza della Caritas Umbra a Foligno: ha rifiutato. Poi, lo stesso Pallucco gli ha trovato una sistemazione a Santa Maria degli Angeli: non lo hanno potuto accogliere, però, per più di dieci giorni, perché privo di documenti di identità. Dopo, non è più ritornato nella sede della Caritas.
«A nome dell’Arcivescovo e mio personale – afferma il direttore della Caritas Pallucco – esprimo dolore per la tragica notizia della scomparsa di una persona che ben conoscevamo e che abbiamo cercato di aiutare nei momenti di maggiore difficoltà: attorno a lui si era creata una piccola rete di solidarietà informale. Ha sicuramente avuto una vita difficile, preghiamo affinché riposi in pace».
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La chiamata al 112 è scattata intorno alle 18.30 di ieri e avvisava di un corpo senza vita all’interno del complesso monumentale dell’ex Caserma Minervio, dove si trova anche l’anfiteatro romano. Un rifugio piuttosto abituale nel periodo invernale per i senzatetto, che cercano tra le antiche e spesse mura di pietra un riparo dal freddo e dalle intemperie. A volte però, quel rifugio può trasformarsi in una tomba.
Ipotesi assideramento – Esattamente quello che è successo all’uomo sulla cinquantina, di origine balcanica ma da decenni residente a Spoleto pur senza una fissa dimora, che i Carabinieri hanno trovato riverso a terra tra stracci e cartoni usati per ripararsi dal freddo. I sanitari del 118, allertati dagli stessi militari e prontamente giunti sul posto, hanno tentato di rianimarlo ma è stato tutto inutile: il poveretto era già morto.
Autopsia – L’ipotesi avanzata dagli inquirenti e dal personale medico è quella di una morte per assideramento, vista anche la rigidità delle temperature dei giorni scorsi. La salma è attualmente a disposizione del magistrato che dovrà decidere se disporre o meno l’esame autoptico. Solo l’autopsia potrà confermare l’ipotesi che sia stato il freddo ad ucciderlo, e stabilire anche da quanto tempo l’uomo avesse smesso di respirare.
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