È arrivata dall’arcivescovo di Spoleto – Norcia monsignor Renato Boccardo, in occasione della processione di San Ponziano, la proposta di intitolare uno spazio al patrono della città. E non un luogo qualsiasi, ma l’area di piazza della Vittoria antistante il Ponte Sanguinario, dove 1850 anni fa il giovane cristiano Ponziano venne decapitato dopo essere stato sottoposto a varie prove affinché rinnegasse la propria fede.
Proprio il Ponte Sanguinario, su cui tra l’altro è in programma un importante progetto di riscoperta e scavo delle arcate interrate nella zona di Porta Leonina, è stato protagonista quest’anno delle celebrazioni in onore di San Ponziano. Tanto che anche la tradizionale processione per riportare la reliquia del santo nella chiesa a lui intitolata ha fatto proprio tappa qui, modificando lo storico percorso.
Nonostante il freddo pungente sono stati tantissimi gli spoletini – e non solo – che hanno voluto prendere parte al corteo devozionale, dopo l’avvio delle celebrazioni nei giorni scorsi e la solenne messa pontificale di martedì mattina in Duomo. Processione che ha preso il via dalla cattedrale dopo i Secondi Vespri.
Diversi anche i sacerdoti presenti e alcuni monaci benedettini di San Benedetto in Monte di Norcia con il padre abate Benedetto Nivakoff. La città era rappresentata dal vice sindaco Danilo Chiodetti. Il corteo, come da tradizione, è stato aperto da un gruppo di cavalli e cavalieri, tra cui tanti bambini dei centri ippici della zona. C’erano poi rappresentanti di Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza, Esercito, Polizia Locale, così come di tante associazioni di volontariato, di confraternite e di gruppi di volontariato.
Come detto, la processione, quest’anno, nel ricordo appunto del 1850° dal martirio di San Ponziano, ha fatto tappa al Ponte Sanguinario. Piazza della Vittoria era gremita di persone, nonostante il freddo pungente. L’arrivo della reliquia è stato salutato dal suono delle trombe della Banca musicale di Spoleto. Poi, è stata letta una parte della passione di San Ponziano, i musicisti hanno suonato l’inno al martire, l’arcivescovo ha incensato la reliquia e, finito il canto, ha recitato la seguente preghiera: “A te, giovane Ponziano, da questo luogo che conserva la memoria della tua suprema testimonianza a Cristo Signore, vincitore della morte e datore di vita, rivolgiamo oggi la nostra preghiera, fiduciosi nella cura attenta che da secoli riservi alla nostra città e diocesi, che ti riconoscono e invocano quale patrono e avvocato presso Dio. Guarda la nostra Chiesa diocesana: sia per tutti casa e scuola di comunione, luogo in cui il Vangelo del tuo Figlio è annunciato e vissuto. Guarda le nostre famiglie: rendile forti nell’amore e nella fedeltà. Custodisci i nostri giovani: siano ardenti e generosi nel cammino della vita. Sostieni gli anziani e gli ammalati: la tua protezione li conforti e li consoli. Preservaci dal male dell’anima e del corpo. Difendici dalle catastrofi naturali. Guarda la nostra Città: fa’ che fioriscano in essa la giustizia e la concordia, perché tutti possano godere di un vero progresso e conoscere una stagione di prosperità e di pace”.
Prima di ripartire con la processione fino alla basilica, monsignor Boccardo ha detto: «Questo luogo ci ricorda plasticamente l’eroicità del dono che San Ponziano ha fatto della sua vita per essere fedele a Cristo. Impariamo da lui la fortezza, il coraggio, la generosità, la mitezza, la dolcezza, l’amore reciproco e il perdono che ci servono per dare contenuti forti alle nostre giornate. Mentre saluto tutti voi e vi ringrazio di questa partecipazione corale e significativa, mi viene un’idea che potremmo tentare di elaborare e presentate a chi di dovere. Siamo qui al Ponte Sanguinario, il luogo dove San Ponziano è stato martirizzato. Perché non dedicare a lui questa parte della piazza? Perché non chiamare questo luogo “Largo San Ponziano?”. Potrebbe essere un punto di riferimento e una memoria costante, perché qui, dal sangue di questo martire, è nata la nostra Chiesa e questa comunità che ancora oggi si affida a lui». Un lungo applauso ha salutato la proposta dell’arcivescovo.
La processione dal Ponte Sanguinario è poi giunta alla Basilica dedicata al Santo. Prima dell’ingresso in chiesa l’Arcivescovo, i presbiteri, i fedeli, le autorità e la reliquia hanno fatto una sosta e mons. Boccardo ha avuto l’occasione per ringraziare: «Rivolgo un saluto particolare ai cavalli e ai loro cavalieri. S. Ponziano è stato definito cavaliere: giovane, forte e coraggioso. Dall’immagine del cavaliere traiamo un messaggio per noi. I cavalieri sono coloro che guidano il cavallo, che gli danno un orientamento e una direzione. La domanda che ci poniamo è: chi guida la mia vita? Il cavallo o il cavaliere? Sappiamo che tutti noi portiamo dentro un cavallo pazzo e che tante volte non riusciamo a dominare. Allora da questa bella celebrazione raccogliamo una domanda: la mia vita la guido io o il mio cavallo? Il contenuto chi lo definisce? Torniamo a casa con questa domanda e proviamo a trovare una risposta che deve essere un orientamento per tutta l’esistenza».
L’ultimo momento della processione è stato l’ingresso della reliquia nella chiesa dedicata al martire. E l’Arcivescovo, prima della benedizione finale, ha detto: «Grazie a tutti a coloro che hanno contribuito alla buona riuscita della festa: all’Amministrazione comunale che ha seguito con generosità e attenzione la preparazione di questo momento; alla Curia arcivescovile che ha previsto e curato quanto abbiamo pensato. Ma soprattutto grazie a Spoleto e ai suoi cittadini. Rinnovare nel tempo la memoria di Ponziano ci fa dire che siamo spoletini, e quindi “ponzianini”, ogni giorno dell’anno: coraggiosi, fedeli e con un cuore dilatato come ha fatto il nostro patrono». La serata si è conclusa con la Messa presieduta da don Pier Luigi Morlino, pievano della Pievania di S. Ponziano.