Jacopo Brugalossi
Piazza Fontana è ancora al centro delle cronache giudiziarie spoletine. Dopo l’avvio del processo a carico di un imprenditore edile campano, accusato di aver falsificato delle documentazioni contabili per ottenere finanziamenti pubblici, nelle aule di giustizia del tribunale di Spoleto approda un altro caso legato all’edilizia. Alla sbarra sono finiti l’amministratore unico di una ditta di costruzioni e il responsabile per la sicurezza della stessa impresa, anche loro campani.
Lesioni personali – Sono accusati di lesioni personali colpose nei confronti di un loro dipendente. Stando al quadro accusatorio i due, tenendo una condotta improntata a negligenza, imprudenza e imperizia, e violando la normativa in materia di prevenzione degli infortuni sul lavoro, avrebbero contribuito a causare all’operaio gravi ferite. A seguito dell’incidente, infatti, l’uomo riportò fratture plurime ad un polso, all’addome e perfino ad una vertebra, per una prognosi di oltre 40 giorni.
I fatti – Gli imputati, racconta il fascicolo processuale, avrebbero omesso di avvertire i propri dipendenti delle situazioni di pericolo che potevano correre nel cantiere di piazza Fontana, in particolare mentre questi ultimi erano impegnati a rimuovere dei calcinacci depositati sul pavimento di un sottoscala. La vittima non poteva vedere il vetro del lucernaio sul quale stava camminando, poiché interamente ricoperto di detriti. Quando quest’ultimo, privo di qualsiasi elemento protettivo contro lo sfondamento, cedette, l’uomo precipitò nel vuoto per tre metri, fino ad impattare violentemente il pavimento del piano sottostante.
Prescrizione vicina – I fatti risalgono al maggio del 2006, e il reato contestato agli imputati – difesi dagli avvocati Federico Altieri e Andrea Troiani del foro di Spoleto – andrà prescritto a novembre 2013. Il giudice ha però fissato la prosssima udienza per il 31 marzo del 2014.
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(Articolo modificato alle ore 11.34)