La cenerentola dell’Umbria, Spoleto, la bella principessa addormentata ormai da troppo tempo, sembra pronta al risveglio. Se davvero aprirà gli occhi è presto per dirlo con certezza, visto che la Caput Umbriae resta arroccata a una mentalità arretrata, dove le sterili polemiche l’hanno vinta sulla progettualità e senso del bene comune. Di sicuro il convegno organizzato ieri con tenacia dal Lions club Spoleto del presidente Giuseppe Cerasuolo (“Attività economiche nel centro storico di Spoleto: nostalgia o prospettiva?”) un primo, significativo successo è riuscita a raggiungerlo facendo arrivare allo stesso tavolo tutte le parti in causa: istituzioni, associazioni di categoria, professionisti e cittadini. E, a sentire gli interventi, per una volta le polemiche sono state accantonate con la promessa di procedere tutti in sinergia verso l’obiettivo del definitivo rilancio di quella che è unanimemente riconosciuta come la città più bella e ricca di tesori della regione.
I Presenti – C’erano davvero tutti nella sala conferenze di palazzo Mauri: il sindaco Fabrizio Cardarelli, l’assessore con delega al centro storico Antonio Cappelletti, il collega e industriale Zefferino Monini, il dg della Bamca Popolare di Spoleto, Angelo Antoniazzi, il collega delle Casse dell’Umbria Pietro Buzzi, il presidente della Fondazione CaRiSpo Sergio Zinni, Andrea Tattini (Confcommercio), Enrico Morbidoni (Confesercenti), Stelvio Gauzzi (Confartigianato), Alessandro Casali (presidente Meet Comunicazione), il dottor Maurizio Silvestri, Olga Urbani in rappresentanza di Confindustria, l’a.d. di Vuscom Giorgio Dionisi, l’architetto Ramaccini, il presidente di Conspoleto Tommaso Barbanera, l’albergatore Francesco Tomassoni, diversi rappresentanti politici, consiglieri comunali e tanti cittadini interessati all’evento.
Gli interventi e le proposte – 4 le via suggerite dal Professor Luca Ferrucci, ordinario al dipartimento di economia dell’Università di Perugia. 4 vie, che non prescindono l’una dall’altra, ma che insieme potrebbero tornare a dare linfa vitale ad un centro storico svuotato e stanco.
Tanto per iniziare, bisogna considerare l’antico centro città come uno scrigno di preziosi, un contenitore di beni culturali che costituiscono il ‘prodotto’ da promuovere come evocato in molti degli interventi che hanno popolato il convegno. Uno fra tutti quello del presidente Barbanera che cita il tanto abusato e mai usato “brand Spoleto” e la butta sul marketing territoriale, chiedendo all’ufficio turismo di creare un ‘prodotto’ da vendere. Ebbene il prodotto già esiste. E che prodotto.
Un altro passo verso il ripopolamento, secondo il Prof Ferrucci, è il trasferimento di enti e servizi negli spazi disponibili tra le mura urbiche. La necessità di accedere a servizi porta con sé un naturale “traffico” di persone. A questo ha dato una qualche concreta speranza il Sindaco Cardarelli nel suo intervento finale: tra marzo e aprile Palazzo Martorelli-Orfini e Palazzo Leoncilli, a ridosso di Piazza del Mercato, torneranno a nuova vita dopo una lunga ristrutturazione ospitando la ‘Cittadella della Giustizia’ che raccoglierà gli uffici giudiziari della Procura della Repubblica, della Cancelleria e probabilmente del Giudice di Pace. A seguire tutti gli uffici della USL2 cittadina traslocheranno in via San Carlo, così come gli uffici scolastici. In essere anche contatti, se non contrasti, con l’INPS per il recupero dei locali dell’ex convitto femminile, ai giardini di viale Matteotti, con l’obiettivo dell’amministrazione di convertirli in residenza protetta per anziani autosufficienti.
Non è mancato un passaggio critico sul probabile trasferimento di parte del personale della sede BPS, oggi a gestione Banco Desio, anche se il primo cittadino ha poi ampiamente ringraziato le fondazioni bancarie e gli istituti di credito i cui rappresentanti hanno tutti offerto disponibilità a partecipare fattivamente al rilancio della città. Il presidente Sergio Zinni, Fondazione CaRiSpo, si è detto disponibile a sostenere progetti e a creare un fondo per aiutare economicamente le famiglie e le attività che vorranno trasferirsi in centro, mentre il Dg delle Casse dell’Umbria Pietro Buzzi ha dato ampia disponibilità a far crescere il tessuto economico cittadino, partendo da scelte programmatiche condivise. Non ultimo l’intervento del Direttore della Banca Popolare di Spoleto, Dott. Angelo Antoniazzi, che, dopo il lancio di una settimana fa, ha nuovamente presentato il programma di investimento di 100milioni di euro tutto dedicato a promuovere turismo, comunicazione, start up ed export.
Su questo asse di aiuti ben si innesta il terzo dei quattro elementi di rivitalizzazione del centro storico, sempre secondo il docente universitario perugino, per il quale, tra proposte di crowdfunding e progetti a partecipazione diretta dei cittadini, sarebbe fondamentale un incentivo economico concreto o una forte defiscalizzazione a quelle imprese o start up lanciate da giovani eccellenze del territorio, con gli occhi ben aperti sul nuovo modo di fare economia.
Ultimi ingredienti per il rilancio dell’antica città umbra sono la formazione e gli eventi. Dare alle persone che non abitano a Spoleto un motivo per visitarla e viverla con continuità. Mese dopo mese, manifestazione dopo manifestazione. Un antico refrain, verrebbe da dire, ricordando lo slogan “Spoleto, la città che vive tutto l’anno”, oggi anche “Senz’auto”. Un proposito che, nei fatti, non è mai riuscito a decollare. Ma anche qui, qualcosa sembra muoversi, anche se ancora nelle buone intenzioni. E così, in risposta il sindaco Cardarelli annuncia la volontà di aprire nella sala XVII Settembre, a Teatro Menotti, la mostra permanente dei costumi del Festival dei Due Mondi e annuncia il concerto di Uto Ughi, nel Lunedì di Pasqua, un piccolo assaggio del programma della principale kermesse culturale spoletina, così come la definizione di un calendario coordinato e senza sovrapposizioni per le attività culturali e sportive della città. Per quanto concerne ‘le fabbriche del sapere’, invece, il Primo cittadino accenna al progetto seguito dall’assessore alla cultura, che vorrebbe una scuola delle arti teatrali in un edificio della Curia, sempre, ovviamente il pieno centro storico.
Ma il collante di tutte queste proposte e delle tante altre messe in campo dai vari imprenditori, professionisti e rappresentanti delle Associazioni di Categoria – dall’analisi di Andrea Tattini (Confcommercio) e la richiesta di una programma di sviluppo condiviso, ribadito anche da Enrico Morbidoni (Confesercenti) fino all’invito a fare una passo individuale indietro per poterne fare uno condiviso in avanti lanciato da Stelvio Gauzzi (Confartigianato) e al bisogno di “un’iniezione di ottimismo e di unità” ben sottolineato da Olga Urbani (Confindustria) – è il capitale umano. “La prima risorsa da mettere in campo” conclude il professore è la voglia di riscatto dei cittadini e la loro volontà di partecipare a un progetto costruito in sinergia, con tempi ed obiettivi condivisi e ben definiti. Con buona pace dell’assessore Cappelletti che, pur sponsorizzando la ripresa del piano di valorizzazione strategica delineato dalla precedente amministrazione e ripresa dall’assessore Quaranta, sostiene secco “A me non piacciono i tavoli di lavoro”.
Tante buone parole, ancora una volta, spese a favore della ‘bella Spoleto addormentata’, per le quali va un grande plauso al Lions Club per la partecipata iniziative. Ora, – come dice l’imprenditrice Urbani: “Sindaco tocca a te” – sta all’amministrazione fare il primo passo e coordinare le linee guida di un nuovo futuro, positivo e produttivo per la città, con l’auspicio che gli spoletini, lascino da parte critiche poco costruttive e interessi di parte e abbraccino una visione comune e l’esortazione dell’architetto Giuliano Macchia: “Diamoci da fare”!