Un dipendente dell’amministrazione penitenziaria in servizio presso il supercarcere di Spoleto è finito nei guai per non aver mai pagato l’affitto della casa demaniale annessa al penitenziario di cui dispone da più di 20 anni. A scoprire l’inghippo è stata la Corte dei Conti, che ha emesso un atto di citazione per mancate entrate nei confronti dell’uomo, il quale avrebbe provocato un danno erariale quantificabile in diverse migliaia di euro.
I fatti – Pur non avendo mai lasciato fisicamente l’alloggio messogli a disposizione dall’amministrazione, il funzionario avrebbe continuato a mantenere un secondo alloggio di servizio senza mai preoccuparsi di versare per quest’ultimo il relativo canone di affitto all’amministrazione penitenziaria. Ma c’è di più. Quando da parte di quest’ultima è arrivato uno specifico sollecito di pagamento, l’uomo si sarebbe rifiutato di metter mano al portafogli invocando una revisione della cifra che gli veniva chiesto di risarcire, che a suo dire sarebbe stata troppo elevata.
Aperto procedimento – La Corte dei Conti ha quindi aperto un procedimento amministrativo ufficiale durato la bellezza di 20 anni. Anche nei confronti della stessa amministrazione penitenziaria, ritenuta responsabile di aver accettato per lungo tempo soluzioni di compromesso prive di concreto riscontro normativo-giuridico, anziché agire con fermezza nel pretendere dal funzionario quanto dovuto.
“Calvario amministrativo” – Così si esprime la Corte dei Conti nella sua relazione. Un procedimento che risulta tuttora in corso, finalizzato ad un’improbabile transazione tra l’amministrazione penitenziaria e l’agenzia del demanio. Di certo c’è solo l’avvenuto danno erariale imputabile al fruitore dell’alloggio, che ammonta complessivamente a 32.071 euro. (Jac. Bru.)
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