“Il giudice è assente, la nuova udienza è fissata per il prossimo 21 novembre”. Slitta di un paio di mesi l’appuntamento giudiziario che vede contrapposta la Spoleto Credito e Servizi, holding che controlla Banca Popolare Spoleto, ai 7 ‘dissidenti’ che impugnarono l’assemblea del 17 dicembre scorso, quella ribattezzata della ‘vergogna’ e che riportò in sella Giovannino Antonini, ex dominus di Bps (qui).
Come si ricorderà lo stesso giudice Laudenzi aveva suggerito alle parti – l’istituto di credito da un lato, i tre ex membri del board (difesi dagli avvocati Zaccheo, Mazzi e Sciannameo) e 4 soci dall’altro (dall’avvocato Marcucci) – di ripetere di comune accordo una assemblea dei soci che nominasse un nuovo Cda. L’adunanza si tenne lo scorso 30 giugno anche se non fu proprio di comune accordo. Oggi comunque si sarebbe potuto mettere la parola fine, ma gli impegni del giudicante hanno costretto ad un rinvio della querelle. Che nel frattempo rischia di registrare un nuovo colpo di scena. I legali di Cucchetto, Raggi e Solfaroli sono infatti al lavoro per impugnare anche le risultanze dell’assemblea di giugno scorso. Non è dato sapere su quale presupposto giuridico si basa la nuova offensiva, di certo c’è tempo fino al 18 ottobre per presentare il nuovo ricorso. Inutile dire che anche questa vicenda va ad alimentare le ombre sulle sorti di PopSpoleto che la scorsa settimana ha ricevuto lo ‘stop’ temporaneo da parte di Bankitalia sull’aumento di capitale (30 + 70 milioni di euro) e sulle modifiche allo Statuto (qui).
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