Spoleto, Corte dei Conti condanna ex dg Cerquiglini / Gonfiò richieste rimborsi post sisma - Tuttoggi.info

Spoleto, Corte dei Conti condanna ex dg Cerquiglini / Gonfiò richieste rimborsi post sisma

Redazione

Spoleto, Corte dei Conti condanna ex dg Cerquiglini / Gonfiò richieste rimborsi post sisma

Mar, 17/12/2013 - 21:23

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Jac. Bru.

Le sezione umbra della Corte dei Conti ha condannato l’ex direttore generale del Comune Angelo Cerquiglini a risarcire all’erario 30mila euro per aver “gonfiato” le somme richiesta dal Comune di Spoleto a titolo di risarcimento per le minori entrate fiscali di Ici e Tarsu conseguenti al terremoto del 1997. Ad emettere la sentenza, depositata presso la segreteria il 10 dicembre, è stato il collegio composto dai magistrati Alberto Avoli (presidente), Fulvio Maria Longavita e Acheropita Rosaria Mondera (consiglieri).

Richieste “gonfiate” – A quanto si apprende dalla sentenza – che Tuttoggi.info ha potuto visionare – a mettere nei guai il Comune di Spoleto sarebbero state le note del 20 dicembre 2006 e del 18 giugno 2007 (ad un decennio di distanza dell’evento sismico), entrambe a firma dell’allora direttore generale Cerquiglini, con le quali si chiedevano al Ministero dell’Interno, per tramite della Regione Umbria, rimborsi di 4.157.030 euro e poi di ulteriori 324.301 a fronte delle minori entrate Ici e Tarsu per gli anni dal 1997 al 2006, per un importo complessivo di 4.481.331,00 euro. Cifra che il Ministero dell’Interno – superando le questioni di tardività e non avendo effettuato nessuna forma di verifica sulla correttezza della quantificazione operata dal Comune – mise a disposizione dell’ente, ma che, stando all’addebito iniziale della Procura, il Comune di Spoleto avrebbe ottenuto con un iter “a dir poco personalizzato”.

Condotta “incauta e superficiale” – Riguardo a Cerquglini, i giudici nel loro dispositivo ritengono la sua condotta “incauta e superficiale sotto il profilo della quantificazione dell’importo compensativo da richiedere allo Stato”. La quantificazione della richiesta sarebbe avvenuta su base meramente empirica, basata su dati approssimativi e non certificati richiesti agli uffici competenti. “Cerquiglini – scrivono – ben avrebbe potuto e dovuto attivarsi per ottenere dagli uffici degli approfondimenti istruttori urgenti, basati su documentazione certa. E’ vero che il grado di confusione contabile era piuttosto marcato, ma poteva almeno in parte essere superato con una ricostruzione nei limiti del possibile attendibile dell’intera situazione dei minori introiti delle imposte locali, privilegiando i parametri della realtà e della effettività. Ma risulta che nessun tentativo sia stato neppure iniziato”.

Ammenda “scontata” – I giudici contabili, confrontando tra loro le relazioni dei carabinieri – che per primi indagarono sulla vicenda – le relazioni dei funzionari responsabili rese agli stessi, nonché la relazione dell’ispettorato, hanno quantificato il danno all’erario in 800mila euro, che alleggerito dell’”utilitas” maturata dal Comune per l’impiego delle risorse acquisite in eccedenza è stimabile in 300mila euro. L’ammenda a carica dell’ex direttore generale è stata tuttavia ridotta a “soli” 30mila euro in quanto egli, pur avendo agito “maldestramente”, lo ha fatto “per far fronte a difficoltà di bilancio del Comune e per rimediare ad un lungo periodo di inerzia dei suoi predecessori, non incontrando peraltro alcuna obiezione da parte del Ministero dell’Interno”.

Assolti altri 5 dirigenti – Sono stati tutti assolti, invece, gli ex responsabili finanziari del Comune di Spoleto finiti nell’inchiesta della Procura insieme a Cerquiglini. Si tratta di Marco Ambrogioni (dirigente del settore finanziario dal 1996 al 1998), Giovan Battista Mattioli (dirigente del settore finanziario dal 1998 al 2000), Roberto Americioni (dirigente del settore finanziario dal febbraio al maggio 2000 e direttore generale dal 1999 al 2006), Massimo Rapastella (dirigente del settore finanziario dal 2000 al 2004) e Pietro Chiarolla (direttore generale dal 1998 al 1999). Secondo la magistratura contabile è evidente la loro estraneità rispetto alle procedure attivate da Cerquiglini, tanto che nell’atto di citazione della Procura mancherebbe del tutto l’enunciazione delle condotte delittuose ad essi attribuite.

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