(Jac. Bru.) – Ci vorrà ancora un po’ di tempo – difficile dire se ore, giorni o addirittura settimane – per conoscere il futuro del Piano Regolatore Generale di Spoleto, messo in discussione dai ricorsi che cinque cittadini avevano presentato al Tar dell’Umbria, e che i giudici avevano accolto nel dicembre del 2012. Quel che è certo è che i ricorrenti non mollano, tutt’altro. Nella discussione odierna, di fronte al collegio presieduto dal giudice Paolo Numerico coadiuvato da Leonardo Spagnoletti (relatore), Francesca Quadri, Diego Sabatino e Raffaele Potenza – l’avvocato che cura i loro interessi, Giuseppe La Spina del foro di Spoleto, ha presentato una nuova memoria difensiva.
Parere antisismico – I ricorsi, vale la pena ricordarlo, erano stati presentati dai cittadini allorquando il Comune, in sede di redazione del Prg, aveva “declassato” i loro terreni da edificabili a “zone di particolare interesse agricolo”. La pronuncia dei giudici amministrativi faceva forza sulla presunta mancanza del parere antisismico, che avrebbe dovuto essere effettuato, da un organo terzo, prima di redigere lo strumento urbanistico. Una lacuna che potrebbe mettere in pericolo l’intero impianto del Piano.
Motivazioni fondate – In realtà ai giudici del Consiglio di Stato, cui il Comune si era prontamente appellato all’indomani del pronunciamento rimarcando la sussistenza sostanziale di tale parere (e comunque l’eventuale sanabilità dello stesso), le motivazioni addotte non erano parse del tutto prive di fondamento. Ecco perché avevano concesso la sospensiva, rimandando al 16 aprile prima e al 14 maggio poi la discussione nel merito della vicenda.
Comune “sulle spine” – Discussione che, come già accennato, non ha ancora dato esiti. Inutile sottolineare che l’amministrazione della città ducale e i suoi legali difensori, gli avvocati Aristide Pollice e Antonio Bartolini, siano sulle spine. Qualora la validità dei ricorsi al Tar venisse confermata, infatti, il Comune rischierebbe di veder andare in frantumi l’intero impianto dello strumento urbanistico, con conseguenze finanziarie potenzialmente tragiche. Un cauto ottimismo, va detto, proviene dalle motivazioni che lo stesso Consiglio di Stato addusse nel concedere la sospensiva, sia in riferimento alla sanabilità del parere antisismico, che al “pregiudizio che deriverebbe all’interesse pubblico dalla esecuzione della appellata sentenza, alla luce delle incertezze relative ai titoli edilizi rilasciati e alle conseguenze per l’amministrazione e la collettività comunale”.
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