Nell’omelia pronunciata giovedì 26 maggio nella Basilica Cattedrale di Spoleto per la solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo (Corpus Domini), che commemora l’atto dello “spezzare il pane” con il quale Gesù istituì l’Eucaristia, l’arcivescovo mons. Renato Boccardo ha ricordato che è «l’incontro con il Cristo risorto e glorioso che dà senso all’orizzonte del presente e ci sollecita ad impegnarci per edificare una società dove regni la giustizia, la concordia, la verità dei rapporti umani, la capacità di amarsi e di perdonarsi; ci insegna a fare pace e a suscitare solidarietà; ci impegna ad essere amici della città, a coltivare in essa relazioni profonde e autentiche, a servirla con il nostro modo sereno di vivere la quotidianità e di lavorare con serietà e onestà, con il nostro considerare ogni persona degna del massimo rispetto; ci insegna a non fare mai del male a nessuno, a condividere i nostri beni, le nostre esperienze, le nostre forze e anche i nostri problemi, le sofferenze e le angosce».
La celebrazione è stata a carattere diocesano e dunque c’erano molti parroci e tanti fedeli: a loro è andato il saluto cordiale di mons. Boccardo per la presenza a questo momento di «significativa ed espressiva comunione ecclesiale». La liturgia è stata animata nel canto dal Coro diocesano diretto da Alessandra Natalini, con all’organo Paolo Sebastiani. Presenti i membri di due Confraternite del Santissimo Sacramento: quelli di Cesi di Terni e quelli di Colle del Marchese di Castel Ritaldi.
Questo importante appuntamento si colloca nel cuore dell’Anno giubilare indetto da Papa Francesco perché tutti possano aprirsi in modo più convinto e generoso al dono della misericordia di Dio. «In questo Anno Santo – ha detto l’Arcivescovo nell’omelia – siamo chiamati a gustare la gioia che promana dalla misericordia di Dio, in modo che dia nuova freschezza alla nostra vita cristiana e nuovo slancio all’annuncio del Vangelo; dobbiamo rinnovare la nostra esperienza di Dio che “esce” da se stesso per salvarci e nell’Eucaristia ci si fa vicino e spinge anche noi ad “uscire”, per annunciarlo e farci prossimi ai fratelli».
Il Presule, poi, ha invitato i presenti a prendere rinnovata coscienza di una verità imprescindibile per i cristiani: «È importante – ha detto – che quando ci accostiamo alla comunione eucaristica ci sia in noi la consapevolezza di venire associati al rendimento di grazie di Gesù al Padre e alla sua offerta sacrificale per la vita del mondo». È ciò che ricorda San Paolo: “Ogni volta che mangiate questo pane e bevete questo calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga”. L’Eucaristia, infatti, non è solo nutrimento per il presente, ma anche annuncio e anticipazione del mondo che deve venire. «Una comunità cristiana che si lascia davvero plasmare dall’Eucaristia e muovere dallo Spirito Santo – ha ricordato ancora mons. Boccardo – esprime in tutti i suoi membri la docilità alla Parola, l’obbedienza della fede, la creatività della carità, la voglia di irradiare speranza, l’attenzione ai segni dei tempi, l’amore vicendevole. E si presenta perciò come una Chiesa attraente, accogliente, comprensiva, aperta a tutti». All’offertorio alcuni fedeli rappresentati delle varie Pievanie hanno consegnato al Presule un cesto di alimenti per la Caritas. Al termine, poi, l’Arcivescovo ha presieduto la processione col Santissimo Sacramento fino alla chiesa di S. Domenico.