La Digos di Roma ha effettuato poco fa, su ordine della procura della Capitale, una perquisizione nelle abitazioni di almeno 2 dei 4 ragazzi spoletini già finiti al centro dell’inchiesta Brushwood. A dare la notizia è stato lo stesso “Comitato 23 ottobre”, nato all’indomani dell’inchiesta che sconvolse la città del festival, con una mail inviata dal papà di uno dei quattro giovani, Aurelio Fabiani. La perquisizione, a quanto è dato sapere, sembra legata all’indagine avviata dopo che la Digos romana lo scorso giugno aveva intercettato una lettera, contenente 2 proiettili, firmata Coop Fai e spedita al Vice Capo del Dap (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria), il dottor Emilio Di Somma. “In uno dei passaggi del documento che autorizza la perquisizione – scrive il Comitato 23 ottobre – si legge che ci sarebbero corrispondenze tra lo stampatello attribuito a Michele nel caso “Lorenzetti” (l’x governatrice dell’Umbria che fu raggiunta da una missiva minatoria firmata Coop Fai, n.d.r.) e quello della lettera al capo del DAP”.
L’operazione disposta dalla procura romana ha visto impegnati circa 15 agenti che avrebbero già provveduto a perquisire le case e a porre sotto sequestro del materiale: si parla – in attesa di conferme ufficiali – di documenti scritti e personal computer. Il blitz è scattato questa mattina presto, nelle abitazioni di almeno 2 dei quattro ragazzi coinvolti nel processo Brushwood (Michele Fabiani e Andrea Di Nucci, che a detta del Comitato si troverebbero in questi minuti negli uffici del Commissariato di Spoleto). E’ comunque molto probabile che gli investigatori hanno perquisito anche le case Dario Polinori e Damiano Corrias. Come si ricorderà il processo Brushwood, giunto alla sentenza di primo grado, registrò lo scorso maggio 2011 la condanna di Fabiani e Di Nucci rispettivamente a 3 anni e 8 mesi e 2 anni e 8 mesi per ‘eversione’. La posizione di Polinori e Corrias fu notevolmente affievolita dal Tribunale di terni che emise una condanna ad 1 anno di reclusione ciascuno (pena sospesa) per alcuni danneggiamenti verificatisi in alcuni cantieri dello spoletino. I 4 si sono sempre dichiarati innocenti e hanno già presentato appello alla sentenza di primo grado.
“La foresta di Brushwood come il peccato originale, non se ne esce – commenta il Comitato 23 ottobre – ma soprattutto come quella del Machbeth di Shakespeare, cammina con la fantasia del loro autore, che non è uno scrittore ma un giudice.
Ora però, basta con le persecuzioni!”.
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Spoleto, blitz Digos Roma nelle case dei ragazzi di Brushwood. Indagini su lettera Coop Fai a Capo Dap
Gio, 02/02/2012 - 13:17