Spoleto, alla Madonna del Pozzo di Monterone Vittoria Mazzoni espone "I.V.D.L." - Tuttoggi.info

Spoleto, alla Madonna del Pozzo di Monterone Vittoria Mazzoni espone “I.V.D.L.”

Redazione

Spoleto, alla Madonna del Pozzo di Monterone Vittoria Mazzoni espone “I.V.D.L.”

Gio, 06/12/2012 - 14:07

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Le opere di Vittoria Mazzoni hanno segnato, negli ultimi cinque anni, il passaggio dalla pittura, mai solo bidimensionale, a una maggiore spaziosità con declinazioni dal marcato accento volumetrico. Il rapporto con la pittura si è mantenuto tuttavia saldo mediante inserti di tessuto, da lei stessa tinto in interessanti cromie, posti su volumi in alluminio, anche di grandi dimensioni come Femmine criminali sempre in fuga presentata alla Biennale di Carrara nel 2006, o Irriducibili estese presentata alla Quadriennale di Roma nel 2008. Recentemente, in una collettiva a Cascia, l’artista ha presentato Sassaiola a suo agio, un piccolo volume cilindrico e Rivendicazione, un intervento su muro nel quale la struttura circolare e semovente assume nuova leggerezza e apre inedite prospettive al lavoro. In queste opere il tessuto assume il ruolo più contenuto di contrappunto al volume, cilindrico e lucente nella prima e visivamente esile nella seconda.

Anche I.V.D.L., presentata nell’installazione nella chiesetta di Santa Maria di Monterone a Spoleto e creata appositamente per questa occasione, segna un nuovo indirizzo della ricerca ritornando alla presenza di elementi oggettuali. La sua tipica radicalità operativa qui trova soluzione in un abbinamento tra due forme apparentemente contrastanti: un elemento volumetrico in alluminio, una sorta di contenitore molato e rovesciato, e un paio di grandi cesoie di uso topiario, private degli usuali manici. Queste sono fissate al volume sottostante e si presentano aperte verso l'alto: nel punto centrale un piccolo inserto di tessuto arrotolato di luminoso giallo, segna il punto massimo di offesa delle lame divaricate. L'immagine, indubbiamente potente nella sua iconicità, si discosta parzialmente dalla precedente assolutezza formale, dai sapori anche minimalisti, e indica il rinnovato interesse per elementi estrapolati dal reale lavorativo. In anni passati l'eco del lavoro domestico era presente in Persone per bene e una di malaffare, nella personale del 1995 nella chiesa di San Carlo a Spoleto, in cui una serie di elementi idraulici da cucina in ceramica, combinati con tessuti, costituivano una forte presenza di gruppo; inoltre in Sedicente gruppo, presentato a Gubbio nella Biennale di Scultura del 1996-97, alcuni piani di cucina economica segnavano lo spazio misurandolo con le canne fumarie sulle quali erano appesi elementi cromatici. Anche i volumi di anni più recenti mantengono un forte rapporto con il mondo del lavoro nel loro essere frutto di una sapiente elaborazione artigianale affidata dall'artista a professionisti del settore.
Le cesoie, presenti nel nuovo lavoro a Spoleto, richiamano il mondo lavorativo ma contemporaneamente ne rimarcano la distanza per la loro collocazione che privilegia la forma piuttosto che l’uso. Il loro rapporto con la calotta sottostante compone la proporzione tra la circonferenza e il quadrato, essendo il diametro di base la metà dell'altezza complessiva. Come già ricordato in altre occasioni, la nascita a Città di Castello lega l'artista, per sua stessa ammissione, alla tradizione dei solidi geometrici di pierfrancescana memoria, la cui spinta ideale contrasta con l'umana condizione del tragico della modernità: l’arte appare impotente a proporre soluzioni armoniche delle conflittualità del mondo e del lavoro seppur inteso in una recuperata gestualità quotidiana. Anche la conoscenza e lo studio delle forme e delle sculture del suo conterraneo Burri affiora nelle opere di Mazzoni nel richiamo al materiale industriale che definisce semplici elementi geometrici, frutto di metodica e puntuale progettazione.
In Mazzoni il reale, nella componente materica dell'alluminio, del tessuto e dell'oggetto è fonte di ispirazione e oggetto di una riflessione sulla condizione anche politica del mondo, parola questa intesa come declinazione del rapporto tra arte e comunità culturale allargata che vive le contraddizioni della moderna polis. Le opere di Vittoria Mazzoni sono lontane da una concezione del reale che ne contempli aspetti narrativi, derive post-moderne o letture simboliche e formaliste. La decontestualizzazione e l'assemblaggio tra le tre parti, il richiamo alla dimensione proporzionale e la concezione dell’opera come risultato dell’attività speculativa sul mondo, presenti anche in questa nuova opera, rimarcano le radici nel pensiero artistico del XX secolo. L’opera nasce dall’esperienza e dal rapporto dell’artista con il mondo inteso nella sua più autentica dimensione storica, divenendo, nel suo apparire, elemento di confine tra visibile e invisibile.
Se nelle altre occasioni la titolazione forniva all'osservatore un'ulteriore strumento per la decodificazione e l'avvicinamento all'opera, in questa occasione il titolo viene celato in una sigla, quasi un segno di deferenza all'icona religiosa e al luogo del sacro ove solo le parole della prece risuonano. La collocazione in questo piccolo sacello devozionale diviene inoltre un ulteriore richiamo alla doppia natura, materiale e immateriale, dell'opera.
nel riflesso di Selene nell'autunno del duemiladodici

I.V.D.L.Installazione di Vittoria Mazzoni

Chiesetta Madonna del Pozzo, Porta Monterone, SPOLETO 8 dic 2012 / 4 gen 2013-

inaugurazione sabato 8 dicembre 2012 ore 18,00
Testo di Aldo Iori

Progetto a cura dello STUDIO
A’87

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