Spoleto 1958 rivive in un libro, Ferrara "Multidisciplinarietà idea vincente di Menotti" - Tuttoggi.info

Spoleto 1958 rivive in un libro, Ferrara “Multidisciplinarietà idea vincente di Menotti”

Sara Fratepietro

Spoleto 1958 rivive in un libro, Ferrara “Multidisciplinarietà idea vincente di Menotti”

Presentato il libro a cura di Antonella Manni e Rosaria Mencarelli che ripercorre la nascita del Festival dei Due Mondi | Una rassegna di eventi per il 60esimo anniversario
Gio, 29/06/2017 - 21:45

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Foto, documenti, vecchi articoli di giornale. Il 1958 a Spoleto, e la prima edizione del Festival dei Due Mondi, rivivono grazie al libro “Spoleto 1958. Alle radici della storia,  il primo Festival dei Due Mondi“.

Il volume, a cura di Antonella Manni e Rosaria Mencarelli, con i contributi di Moreno Cerquetelli, Marco Rambaldi e Paolo Bianchi, edito da Nuova Eliografica Fiori, è stato presentato questa mattina alla Rocca albornoziana, davanti ad una sala gremita. A rendere possibile la realizzazione del libro sono state la Fondazione “Francesca, Valentina e Luigi Antonini” e la Fondazione Carispo, con il sostegno anche dell’associazione Amici di Spoleto.

Ad aprire la mattinata è stata la dinamica direttrice della Rocca Albornoziana, Rosaria Mencarelli, che ha spiegato l’entusiasmo attorno a questo progetto, voluto per ricordare le “radici della storia” del Festival dei Due Mondi in occasione del suo 60esimo anniversario. Ed a portare i propri saluti è stato anche il direttore artistico dello Spoleto Festival, Giorgio Ferrara: “Questa pubblicazione è una cosa lodevolissima, ci sono tante cose che neanche io sapevo. Questo 1958 è stato per questa città, per l’Italia intera ed anche per gli Stati Uniti un avvenimento straordinario, Gian Carlo Menotti ha creato una cosa che non esisteva, la sua idea della multidisciplinarietà è stata la sua mossa vincente. In questi ultimi anni siamo riusciti a guardare avanti allargando l’idea dai ‘Due Mondi’ al ‘Mondo in scena’. Penso che quest’anno, per questa sessantesima edizione – ha aggiunto – siamo riusciti a mettere in piedi per questa città e regione, oltre alle proposte del Festival, molte iniziative, come questa mostra bellissima che racconta la storia di questi 60 anni, queste lune per la città. Per la prima volta si respira un’aria di grande unione, anche con l’associazione commercianti, di solidarietà nei confronti di questa potente storia di questo Festival. La città si è stretta modo più forte attorno alle proposte culturali che ci sono anche durante l’anno”. Ferrara ha voluto ricordare anche Carla Fendi, scomparsa la scorsa settimana, “figura straordinaria, in questi 10 anni è stata la mia più grande alleata”.

Attorno al tema del volume – dopo la proiezione di un breve filmato sui primi anni della manifestazione menottiana – sono quindi intervenuti Lorenzo Salveti, regista già direttore dell’Accademia d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”, e Gherardo Vitali Rosati, critico teatrale e drammaturgo, insieme al giornalista Italo Carmignani. Un dibattito appassionato, ricco di spunti sia riguardo ai ricordi legati ai primi anni della manifestazione sia rispetto agli scenari futuri del Festival dei Due Mondi, soprattutto nel rapporto tra gli artisti delle diverse generazioni.

A concludere l’incontro è intervenuta l’assessore alla cultura e al turismo del Comune di Spoleto, Camilla Laureti: “Il dibattito sul Festival dei Due Mondi è stato interessante – ha detto – e tutt’altro che ingessato, dobbiamo continuare a parlarne. Menotti ha cambiato con il Festival la fisionomia della città e anche quest’anno, per la sessantesima edizione, si percepisce questa trasformazione”.

Questo primo appuntamento apre la rassegna di eventi inseriti in “1958-2017 – La città nel Festival un Festival nella città”, tra i quali la mostra diffusa sui percorsi urbani (2 luglio 2017 – 14 gennaio 2018) con una sezione intitolata “Spoleto 1958. Alle radici della storia” (sempre a cura di Antonella Manni e Rosaria Mencarelli) ed il convegno “Il Festival dei Due Mondi e i festival del mondo” (Rocca Albornoz, 5 e 6 luglio 2017), organizzati dal Polo Museale dell’Umbria in collaborazione con Comune di Spoleto, Fondazione Festival dei Due Mondi, Ordine dei Giornalisti dell’Umbria, Fondazione Fitzcarraldo di Torino e con il sostegno dell’Associazione Rocca, Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto, Fondazione “Francesca, Valentina e Luigi Antonini”, il patrocinio dell’Ordine nazionale dei Giornalisti e dell’Associazione Amici di Spoleto. La  Scuola di giornalismo radiotelevisivo di Perugia parteciperà agli eventi come media partner.

Perché Gian Carlo Menotti scelse Spoleto per realizzare il Festival dei Due Mondi? Come era la città nel 1958? Chi furono i protagonisti? Come era vista l’Italia dai corrispondenti americani arrivati al seguito di Menotti per assistere alla nascita del Festival? Giunti alla sessantesima edizione della manifestazione diretta dal 2007 da Giorgio Ferrara, “imprescindibile appuntamento per la scena italiana ed internazionale”, si è sentita l’esigenza di ripercorrere gli esordi di una vicenda tanto affascinante quanto avventurosa.

Così è nata l’idea del volume “Spoleto 1958. Alle radici della storia, il primo Festival dei Due Mondi”, scritto a più mani e a cura di Antonella Manni e Rosaria Mencarelli, quale prosecuzione e integrazione della ricerca iniziata nel 2007 con il volume “Spoleto 1958. Cronache da un Festival”, edito dal Circolo della Stampa di Spoleto. A Moreno Cerquetelli, giornalista Rai che per anni ha seguito la manifestazione spoletina, è stato assegnato il compito di tracciare un profilo artistico e organizzativo della prima edizione. Marco Rambaldi, addetto stampa del Comune di Spoleto, ha sviluppato una riflessione sul particolare punto di vista del maggiore quotidiano americano, il New York Times, all’impatto con una realtà tanto diversa da quella statunitense: “New festival in old town”, definì  la manifestazione nel 1958 il giornalista Howard Taubman. Antonella Manni, storica dell’arte e giornalista, ha recuperato appunti e immagini del cronista Antonio Busetti conservati presso l’Archivio Storico Diocesano di Spoleto, facendo riemergere aspetti della quotidianità in cui la città umbra si trovò a far fronte all’avvio del Festival. Infine, Paolo Bianchi della Sezione dell’Archivio di Stato di Spoleto che, riportando alla luce documenti inediti dell’Archivio Storico Comunale, ha riallacciato i fili della storia attraverso atti amministrativi, relazioni e e lettere scambiate tra Gian Carlo Menotti, il primo sindaco del Festival, Giovanni Toscano, ed altri importanti protagonisti dell’epoca.

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