Jacopo Brugalossi
Prima gli insulti e le botte, inferte sia a mani nude che per mezzo di corpi contundenti. Poi i pedinamenti, gli appostamenti e le persecuzioni telefoniche. Un incubo senza fine quello vissuto da una 47enne di Spoleto e, in parte, anche dalla madre di lei. Protagonista delle violenze fisiche e morali sarebbe un 53enne romano, compagno della vittima a fasi alterne dal 2005 al 2010.
Picchiata con un attizzatoio – L’uomo è finito alla sbarra accusato dei reati di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali aggravate e stalking, che avrebbe commesso nell’arco dei 5 anni di rapporto sentimentale intercorso con la donna. Sin dalla fasi iniziali la relazione sarebbe stata connotata da una gelosia quasi ossessiva di lui, reo di insultare a più riprese la compagna in modo esplicito. Nel 2006, inoltre, l’avrebbe picchiata con un attizzatoio per il fuoco dopo averla trovata in compagnia di un amico, costringendola a recarsi al pronto soccorso dove i medici le assegnarono una prognosi di 15 giorni. Non un episodio isolato, a quanto risulta. Nel 2009, infatti, in uno dei momenti di pausa della relazione, l’uomo si sarebbe scagliato contro la compagna armato di una cinghia, provocandole numerose lesioni ed escoriazioni.
20 sms in una notte – Un anno più tardi sarebbe avvenuto l’ennesimo episodio di violenza. La storia tra i due era già finita ma l’uomo, per nulla rassegnato, avrebbe raggiunto la poveretta a casa della madre picchiandola selvaggiamente con calci e pugni, prima di sfogare la sua rabbia sugli arredi e sulle suppellettili dell’abitazione, mandati in frantumi. Oltre a questo, l’imputato avrebbe continuato a perseguitare la sua ex con pedinamenti e appostamenti nei luoghi da lei frequentati abitualmente, tempestandola di telefonate ed sms, anche 20 in una sola notte.
Processo congelato – Benché le due donne, entrambi costituitesi parte civile, fossero presenti oggi in aula, l’udienza è durata meno di 5 minuti. Tanto è bastato al giudice Roberto Laudenzi per constatare l’assenza dell’avvocato difensore dell’imputato, impegnato altrove e impossibilitato a reperire un sostituto, e a fissare una nuova data: il 3 giugno 2014 (giorno in cui verranno ascoltati 5 testimoni). Il processo rimarrà di fatto congelato per i prossimi due anni, poiché il dottor Laudenzi ha dichiarato sospeso ogni termine di prescrizione dei reati fino alla ripresa del dibattimento.
Riproduzione riservata ©