Una giornata di preghiera il 27 novembre
L’intenzione di preghiera per la pace del 27 novembre è rivolta ai al Belucistan, la più grande provincia del Pakistan, “scenario di una protesta di tanti che chiedono verità e giustizia per i propri cari rapiti perché in opposizione al governo centrale”. L’appuntamento, voluto dal vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino e portato avanti dalla Commissione diocesana per lo “Spirito di Assisi” si ripete con cadenza mensile in ricordo dello storico incontro per la pace del 1986, voluto da San Giovanni Paolo II.
Nel suo messaggio il vescovo sottolinea che questo appuntamento “non vuole certo indicare a Dio i conflitti armati, le sofferenze e le situazioni di violenza di tante parti del mondo. Egli ben conosce le fatiche dei suoi figli. Si aspetta però la nostra responsabilità e la nostra solidarietà, a favore di quanti soffrono per conflitti dimenticati e “distrazioni” colpevoli causate spesso da interessi economici e geopolitici. Tra i poveri che papa Francesco è venuto ad abbracciare e a consegnare al nostro abbraccio il 12 novembre scorso ad Assisi – aggiunge il vescovo in occasione dell’appuntamento di novembre con lo Spirito di Assisi – , ci sono, idealmente, anche loro. Il nostro incontro di preghiera raccoglie le nostre voci fragili e le fa diventare una supplica ardente, fatta nella lingua e secondo la tradizione di ciascuno/a, rivolta all’unico Dio che ci ama e chiede amore. Tra le crisi dimenticate vi è certamente quella del Belucistan, la provincia più povera e più grande del Pakistan, una terra popolata da uomini e donne di diverse fedi. Sin dal 1947 la popolazione chiede una forma di autonomia e attualmente è scenario di una protesta di tanti che chiedono verità e giustizia per i propri cari rapiti perché in opposizione al governo centrale. Protagoniste delle azioni pacifiche di dissenso sono alcune donne mentre continuano a imperversare azioni terroristiche, attività di guerriglia da parte di un esercito di liberazione e la repressione dell’esercito e della polizia nazionale. Invitiamo tutti a pregare – conclude – affinché vengano armonizzate le diversità che compongono il tessuto sociale e religioso degli abitanti del Belucistan, vengano riconosciuti e garantiti tutti i diritti umani e si instauri un dialogo in grado di generare la pace”.
Come di consueto non è previsto un momento comune, ma ognuno è invitato a pregare per questa intenzione nell’arco della giornata del 27 novembre.