“Andrea è morto per difendere quella realtà che è parte integrante di ogni carabiniere, quei cittadini che diventano come fratelli con i quali ogni uomo dell’Arma stringe un patto”. Sono le parole del comandante generale dell’Arma dei carabinieri il generale di corpo di armata Leonardo Gallitelli, presente questa mattina nella Sala dell’Editto del Comune alla cerimonia di intitolazione della caserma dei carabinieri di Spello ad Andrea Angelucci, il maresciallo morto a 35 anni nella notte tra il 1° e 2 ottobre del 2009 per colpa di “uno scellerato” – come lo ha definito il generale Gallitelli – che lo ha investito forzando un posto di blocco. “Sono presenti oggi i ragazzi delle scuole di Spello – ha detto il generale Gallitelli – spero che il sacrificio di Andrea possa germogliare in ognuno di loro e che il suo insegnamento possa rafforzare quei valori che oggi sembrano smarriti”.

Grande commozione da parte dei genitori di Andrea, Dario e Rosella, del fratello Daniele e di tutti gli amici che sono intervenuti alla cerimonia accompagnata dal picchetto di onore del comando provinciale. Presenti anche molte autorità civili e militari tra cui il vice presidente della Camera dei deputati Marina Sereni, il senatore Luciano Rossi, l’onorevole Adriana Galgano, la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, l’assessore alla cultura della Provincia di Perugia Donatella Porzi, il prefetto di Perugia Antonio Reppucci, il direttore dell’Asl 2 Sandro Fratini e il procuratore di Perugia Giacomo Fumu e l’intera giunta del Comune di Spello.

Ha aggiunto il comandante provinciale Angelo Cuneo: “Se noi abbiamo avuto l’onore di avere Andrea è merito di voi genitori che, gli avete insegnato i principi di lealtà e onore. Grazie per averci dato Andrea”. Presente alla cerimonia anche il Vice Comandante Generale dell'Arma dei carabinieri Tullio Del Sette, il generale della legione Umbria Antonio Pietro Marzo e il capitano della compagnia di Foligno Andrei Mattei e il comandante della stazione di Spello Massimo Trementozzi.

“La morte di Andrea – ha affermato il sindaco Sandro Vitali – ha ferito tutta la città, ma il suo sacrificio ha risvegliato molte coscienze sulla scia dei valori di coraggio e devozione che fanno di Andrea un modello comportamentale da consegnare alle future generazioni”. La cerimonia si è conclusa con la scoperta della targa dedicata ad Andrea Angelucci presso la caserma dei carabinieri in piazza della Repubblica con il sottofondo della fanfara dei carabinieri di Roma.