Si terrà oggi, al tribunale di Spoleto, l’interrogatorio di garanzia a carico dello spoletino finito in manette martedì per la presunta frode fiscale internazionale che ha portato all’arresto (disposto dalla Procura di Rieti) di 8 persone, ma che coinvolge anche altre 25 persone, denunciate a piede libero. Tra queste ultime c’è un’altra persona residente a Spoleto, che avrebbe avuto però un ruolo marginale. L’accusa per lo spoletino, 58enne sottufficiale delle forze armate in pensione, è di associazione a delinquere finalizzata alla sottrazione ed al pagamento delle accise. Secondo le indagini condotte dal comando provinciale della Guardia di finanza di Rieti, guidato dal colonnello Cosimo D’Elia, sarebbe stato lui il “capo” in Italia di un’attività illegale che avrebbe portato ad evadere accise ed imposte per 4 milioni di euro, attraverso lo smercio di alcolici che venivano messi in vendita nel territorio nazionale pur figurando ufficialmente esportati all’estero.
Frode fiscale internazionale, 8 arresti | A capo uno spoletino
Centrale, nell’attività illecita che sarebbe stata portata avanti tra gennaio 2015 e giugno 2016, un magazzino di Spoleto, gestito dal 58enne, utilizzato come deposito fiscale per alcolici – in particolar modo vodka – che secondo i documenti ufficiali arrivava dall’Est Europa ed era diretto in Africa, e quindi non sottoposto a tassazione sul suolo nazionale. In realtà i preziosi carichi, secondo quanto appurato dalle fiamme gialle reatine (che hanno operato insieme al Gico del Nucleo di polizia tributaria di Ancona ed ai funzionari dal Servizio Centrale Antifrode della Dogana di Roma e Bologna), non avevano mai lasciato l’Italia.
Dietro alle operazioni illegali ci sarebbero stati dei finanziatori indo-pakistani da Londra, che per ogni falsa spedizione all’estero avrebbero fornito un compenso di circa 12mila euro. Il tutto servendosi di broker italiani e rumeni, grazie alla connivenza di spedizionieri e funzionari doganali corrotti, operanti ad Ancona. Ma centrale, appunto, sarebbe stato il ruolo del sottufficiale spoletino, che avrebbe avuto contatti – per motivi anche personali – con la “city” e l’Est Europa. Il 58enne, che prima del pensionamento svolgeva la sua attività lavorativa fuori città, in passato sarebbe stato coinvolto in un’altra vicenda giudiziaria, di tutt’altro tenore. Ora cercherà di chiarire la sua posizione (a difenderlo è l’avvocato Michele Faustini), attraverso l’interrogatorio odierno, che sarà effettuato dal gip di Spoleto su delega del tribunale di Rieti.
L’inchiesta, sulla quale è stato messo un buon punto fermo con gli 8 arresti e altri 25 indagati, potrebbe comunque avere ulteriori sviluppi.
(modificato alle 10.15)