Carlo Ceraso
Sara Cipriani
Vi ricordate del Valico della Somma? Bene, perché altrimenti non lo vedrete più com’era. Il fuoco che da ormai sessanta ore sta devastando le pendici dei monti che culminano con il Passo ha reso lunare, meglio spettrale, lo scenario di quella che era una delle più belle zone del polmone verde d’Italia. Fatto di quei colori, verde d’estate, dal marrone all’arancio in autunno, bianco d’inverno, che si stagliavano fino all’azzurro del cielo. Sostituiti dal grigio e dal nero simboli della devastazione che tiene ancora impegnate decine e decine di squadre di soccorso, che ha fatto allontanare dalle proprie case altrettanti residenti. Ettari e ettari di boschi andati in fumo che probabilmente non torneranno più. La fotografia del Passo della Somma è mutata per sempre. Come altre zone dell’Umbria, ora aggredite dal fuoco, ora dalla mano dell’uomo per le ragioni più disparate, anche di natura economica. Questa mattina, grazie al lasciapassare delle forze dell'ordine che ancora presidiano la Flaminia, siamo andati sul luogo della tragedia per raccontare meglio la situazione con le immagini che rendono chiara la situazione più di ogni parola.
La rabbia fra residenti e commercianti è ai massimi livelli, perché non c’è nessuno più attaccato alla propria terra di chi ci vive. Le indagini sono in corso per cercare i responsabili di questo disastro ambientale. Ci stanno lavorando gli uomini del Corpo Forestale dello Stato anche se a rilento, essendo tutti impegnati sul fronte dell’incendio: c’è prima da salvare la natura, poi si penserà alla caccia all’uomo. Alcune persone sarebbero state già ascoltate e tra gli ambienti delle squadre di soccorso si azzarda che ci sarebbe già l’identikit di una persona. Perché non c’è ormai più dubbio che i vari focolai sono stati appiccati dalla mano dell’uomo. Ne sono sempre più convinti gli investigatori alla luce anche delle ‘tracce’ lasciate nei punti dove i roghi sono partiti.
Gli angeli del cielo, e quelli della terra, continuano a spegnere e bonificare, per chilometri e chilometri di macchia umbra.
Di ‘Circe’, la perturbazione finlandese che già da questa mattina, secondo i meteorologi, avrebbe dovuto scaricare tanta di quell’acqua da riempire dighe e cisterne, neanche l’ombra. Una beffa alla beffa? Non è detto. Tutti gli operatori presenti temono infatti che le piogge possano creare più danni di quelli già fatti dalle lunghe lingue di fuoco che da due giorni spaventano tutti. Alberi arsi, sottosuolo compromesso: il prossimo pericolo, ironia della sorte, si chiama proprio ‘acqua’ che potrebbe creare smottamenti in quelle zone divorate dagli incendi. E’ per questo che le operazioni sono destinate a durare ancora a lungo. Perché a cominciare già dalla prossima settimana bisognerà correre a consolidare le varie zone, a mettere in sicurezza la stessa Flaminia, la statale post-bellica che rappresenta ancora la via più veloce (si fa per dire) per raggiungere da Roma città quali Spoleto, Foligno e Assisi.
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