La famiglia cerca duecentomila euro per una cura di un oncologo israeliano che si spera sia risolutiva
Spera in una cura in Israele la 28enne Giulia Baldelli, residente a Torgiano ma nata ad Assisi e attiva nella Magnifica Parte de Sotto, che dopo essersi ammalata di polmonite nel 2018 ha scoperto, grazie a degli esami, di essere affetta da sarcoma di Ewing extraosseo (dei tessuti molli adiacenti all’osso). La malattia purtroppo non è stata sconfitta, e anzi “sta intaccando le ossa e questo mi ha già provocato una paraplegia e quindi sto affrontando continui ricoveri per cercare di tamponare i dolori che stanno invadendo il mio corpo“. Ma una speranza c’è, ed è però costosa: servono 200.000 euro e la famiglia, come ultima speranza, ha lanciato una raccolta fondi che ha già raccolto circa 70.000 euro.
“Grazie ad alcuni conoscenti sono venuta in contatto, 15 giorni fa, con un oncologo israeliano che dopo avere esaminato la mia situazione medica e avere avuto un incontro on line con me, mi ha indicato una terapia con altri farmaci e un’immunoterapia che sarà lui poi ad organizzare per me e che dovrò fare, comunque in Italia perché non posso affrontare un viaggio fino in Israele. Tutto ciò però purtroppo ha dei grandi costi e quindi chiedo a tutti quelli che mi conoscono e , di concedermi questa ultima possibilità di guarigione. I tempi sono molto stretti quindi vi chiedo di iniziare subito a darmi il vostro aiuto. E come a me piace spesso dire, ‘solo chi sogna può volare’: unitevi a me in questa mia grande impresa. Grazie a tutti coloro che vorranno partecipare“, spiega Giulia.
Nella campagna, Giulia Baldelli ricorda di aver inizialmente affrontato “otto cicli di chemio. Essendo dosaggi alti da subito ho riscontrato molti degli effetti collaterali che danno questi farmaci (nausea, vomito, stanchezza, globuli bianchi molto bassi ecc…). Dall’inizio sono seguita nel reparto di oncologia medica dell’ospedale di Perugia dal dott. Luca Marcomigni. Ancora oggi non faccio altro che ringraziare lui e tutta l’equipe medica dagli osss, infermieri e medici per la loro bravura e umanità che mi hanno dimostrato in ogni momento. Forse può sembrare brutto, ma quel reparto l’anno scorso era diventato la mia seconda casa e mi sono sentita da subito accolta e coccolata quasi da non sembrare di stare in ospedale”.
“A novembre 2018 – racconta ancora Giulia Baldelli – hanno deciso di asportarmi la massa e quattro costole, grazie alla equipe di toracica e da un equipe di chirurghi plastici sempre di Perugia. Al posto di queste hanno inserito una protesi al titanio e dopo cinque giorni dall’intervento sono tornata a casa dopo poco più di una settimana, stupendo i miei familiari, ma soprattutto i medici. Questo perché sono una persona che ‘non sa stare ferma’, trovo sempre qualcosa da fare e non se ne parlava di stare in un letto di ospedale un minuto di più del dovuto. Ho iniziato anche la fisioterapia per abituare questa mia nuova gabbia toracica a lavorare come quella ‘vera’ e il polmone sinistro stesso che non essendo più schiacciato dalla massa doveva tornare ad espandersi“.
“Dopo tre mesi dall’intervento ho avuto un nuovo colpo, la mia battaglia doveva continuare. La massa era stata tolta interamente, né polmone né cuore erano stati intaccati, però le analisi fatte durante l’intervento hanno evidenziato la presenza di cellule maligne nella pleura del polmone sinistro e nei monconi delle costole. Così ho affrontato 25 giorni di radioterapia per cercare di ‘uccidere’ le cellule rimaste. Da quel momento per 6 mesi i controlli hanno dato esito buono, ma purtroppo a novembre una nuova massa si era formata a livello del cranio e quindi ho dovuto riaffrontare altre sedute di radioterapia e chemioterapia. Tutto ciò– conclude Giulia Baldelli – è andato avanti fino ad oggi, ma purtroppo con nessun risultato positivo e quindi in questo momento la situazione è che la malattia sta intaccando le ossa e questo mi ha già provocato una paraplegia e quindi sto affrontando continui ricoveri per cercare di tamponare i dolori che stanno invadendo il mio corpo“.