Rifila soldi falsi ad una suora – per riceverne di veri come resto – con la scusa di voler celebrare una messa in memoria della madre defunta.
E’ successo qualche anno fa a Citerna – nel 2016 – precisamente al Monastero del Santissimo Crocifisso e di Santa Maria, ma l’episodio è finito addirittura in tribunale con l’assoluzione di un 64enne di San Giustino.
La monaca benedettina, durante il primo incontro con l’uomo, si era accorta di aver ricevuto una banconota da 50 euro falsa ma, ugualmente, dato che il costo della celebrazione era di soli 10 euro, aveva riportato al 64enne ben 40 euro (ovviamente veri) di resto.
La religiosa, comunque, raccontò tutto ai carabinieri, che le consigliarono di ricorrere al loro aiuto in caso il furbetto si fosse ripresentato al monastero. Detto, fatto. Il 64enne, solo un mese dopo, è tornato con la stessa scusa (un’altra messa per la madre defunta) e, guarda caso, nonostante ormai sapesse il prezzo, era pronto a rifilarle altre 50 euro false.
La suora, a quel punto, lo aveva invitato a tornare più tardi, inventando a sua volta una scusa. Giusto il tempo per chiamare i carabinieri, giunti subito al monastero. Tornato qualche ora dopo l’uomo, convinto che la benedettina tornasse indietro con il suo resto, si è invece visto comparire davanti due militari.
Con l’accusa di spendita di monete false il sangiustinese è quindi finito a processo, dove pochi giorni fa, nonostante il pm avesse chiesto 15 mesi di carcere, è stato “assolto” (non per i suoi peccati) dal giudice, per la tenuità del fatto.