Volente o nolente era ormai diventata anch’essa un pezzo di storia. La 60enne R.H, donna di origini bosniache, dopo oltre 25 anni di permanenza a Città di Castello, ha dovuto lasciare il campo nomadi sito nel parcheggio camper dell’Ansa del Tevere, dove viveva assieme al suo piccolo nucleo familiare (altre due donne, di cui una minore).
La donna, fermata lunedì in Piazza Matteotti, è stata accompagnata dagli agenti di Polizia tifernate al Centro di Ponte Galeria a Roma con il foglio di espulsione dall’Italia. Le altre due ragazze sono state allontanate dall’Altotevere e sistemate in una struttura adeguata.
R.H. era fuggita dalla guerra in Bosnia ed era ormai in Italia da diversi anni. Conosciutissima in città, era ormai diventata tifernate d’adozione, seppur i suoi documenti non fossero da tempo in regola. La Polizia di Città di Castello, infatti, dopo lunghe indagini, aveva scoperto che la 60enne, da anni non aveva rinnovato il permesso di soggiorno e altre carte, continuando comunque a vivere nelle roulotte del piccolo campo nomadi.
La fine è giunta, di conseguenza, anche per il piccolo insediamento sito all’Ansa del Tevere, smantellato subito dopo l’espulsione della donna. Proprio questo “quasi” improvvisato campo rom, in passato e più di una volta, era stato al centro di numerose polemiche portate sin dentro la Sala del Consiglio Comunale.