Saranno prosciugate per 30 giorni consecutivi tutte le fontane del centro storico di Spoleto in corrispondenza del periodo riproduttivo dei piccioni. L'obiettivo è quello di sottrarre la risorsa ecologica primaria, ossia l'acqua, per interferire sul ciclo riproduttivo e ridurre la popolazione dei volatili del centro storico. Un metodo, questo, che permette di contrastare la presenza dei piccioni con sistemi ecologici e con un utilizzo minimo di denaro pubblico.
Da osservazioni intensive dirette sulle fontane del centro storico di Spoleto, infatti, è stata evidenziata una stretta correlazione tra la presenza dei piccioni e l'acqua.
Nel centro storico di Spoleto, infatti, la concentrazione di piccioni è tra le più alte al mondo. Questo sia per la sua tipologia, sia perché in passato le colombaie erano utilizzate per la riproduzione dei piccioni che spesso rappresentava una fonte di nutrimento (si produceva ottima carne per la casa o per la vendita e il guano serviva per preparare il concime e per nutrire i buoi e i maiali).
Nel tempo, in particolare dagli anni '60, con il cambiamento della condizione socio-economica, questa pratica ha comportato per i volatili la possibilità di continuare a vivere nella città senza che l'uomo ne controllasse in alcun modo la riproduzione.
Oggi nei centri storici italiani vivono 4 milioni di piccioni. Per una città media i costi di pulizia sono pari a 40mila euro l'anno. Solo nei capoluoghi di provincia i danni causati dai piccioni ammontano a 15 milioni di euro l'anno. Inoltre è stata osservata una significativa relazione tra le tipologie di elementi architettonici dei centri storici e la presenza dei piccioni.
Nel centro storico di Spoleto vengono sprecati circa 200mila litri di acqua potabile all'anno per 400 ore di lavoro per pulire i vicoli dal guano. Ci sono circa 4 km di depositi fecali lunghe le vie del centro storico; 3 km di muri con siti di nidificazione e la popolazione è stimata intorno alle 5mila unità, superiore ai valori europei e italiani.
Oltre ai danni ai monumenti, ai fabbricati e al degrado estetico dell'ambiente urbano ci sono anche i rischi sanitari: probabilità di infezioni, soprattutto tra bambini e anziani; toxoplasmosi, salmonellosi e borelliosi, che possono essere trasmesse all'uomo dal piccione; possibilità di infestazione di case da parte delle zecche e dei colombi.
Tutti i tentativi messi in atto dai comuni umbri e da quelli italiani sono risultati inefficaci soprattutto nel lungo periodo e comunque sempre molto onerosi sotto l'aspetto economico.
Agendo su queste risorse si può ridurre la popolazione dei volatili presente nell'area del centro storico.