Passa l'ordine del giorno della Lega, il centrodestra attacca le opposizioni che avevano abbandonato l'aula
Scintille in Consiglio comunale sul tema della sicurezza, con la richiesta della Lega per il reimpiego dei militari dell’operazione “Strade Sicure” che passa con i voti della maggioranza e di Mori, dopo che l’opposizione, abbandonando l’aula di fronte ad alcune defezioni tra i banchi della maggioranza, stava per affossare l’ordine del giorno.
Il centrodestra: “Minoranza distante dal problema sicurezza”
Dopo lo scampato pericolo, il centrodestra attacca le opposizioni: “La minoranza ha certificato la sua assoluta distanza dalla problematica della sicurezza urbana”. Proseguendo: “Ci sono momenti in cui non si può essere assenti, non certo quando si discute della libertà di vivere le vie e piazze pubbliche per i nostri concittadini”.
La Lega attacca
Un concetto ribadito dalla Lega, che esulta per l’approvazione del suo ordine del giorno e punta l’indice contro la minoranza: “Abbiamo assistito a uno spettacolo indecoroso su un tema delicato e importante come quello della sicurezza. Un gesto incomprensibile che ci lascia perplessi. Riattivare Strade sicure è indispensabile per rafforzare il contrasto a quei fenomeni di criminalità che si verificano a Fontivegge ed in altre zone della città, dove la Lega e l’assessore Luca Merli hanno promosso e sostenuto le azioni delle Forze dell’ordine volte al rispetto di ordinanze maggiormente restrittive, sgomberi di bivacchi e controlli di affitti sospetti. Potenziare la sicurezza e garantire maggiore controllo in una delle aree più calde della città è per noi una priorità, ma evidentemente l’opposizione non è dello stesso avviso”.
“Da sottolineare l’atteggiamento strumentale della minoranza – evidenziano Ricci, Mattioni, Valigi, Bonifazi – che ha cercato di fare saltare il numero legale, senza tuttavia riuscirci, ma rimediando solo una brutta figuraccia nei confronti dei cittadini che dai propri rappresentanti politici si aspetterebbero un atteggiamento più costruttivo nella risoluzione delle criticità esistenti. Da sempre ci battiamo per contrastare fenomeni di criminalità, delinquenza e continueremo a farlo allo scopo di migliorare il benessere della città e dei suoi abitanti”.
L’Esercito a Perugia
Dopo la prima presenza nel 2008, l’Esercito Italiano è stato operativo anche nella città di Perugia da settembre 2020 fino alla primavera del 2022, principalmente nell’area della stazione di Fontivegge, in particolare tra piazza del Bacio da un lato e via del Macello dall’altro.
Il dibattito in Consiglio
Zone dove ora, aveva rilevato Mattioni nell’illustrare in aula l’ordine del giorno, si rileva un notevole incremento di presenze stanziali costituite da spacciatori, prostitute e soggetti molesti. Da qui la richiesta di una “presenza altrettanto stanziale di una forza pubblica che non sia solo in grado di contrastare la criminalità, ma che rappresenti una figura rassicurante per i cittadini”.
L’assessore alla sicurezza Luca Merli ha detto di condividere l’odg per due ragioni. In primis per i risultati positivi fatti riscontrare dalla presenza dell’Esercito a Fontivegge nel corso della prima parte dell’operazione Strade Sicure. In secondo luogo l’assessore ha sostenuto che la presenza dell’esercito, in attività di supporto alle forze dell’ordine, appare oggi quantomai opportuna alla luce dell’aggravamento della situazione di Fontivegge dovuta all’aumento del numero delle persone atte a delinquere registratosi negli ultimi mesi. L’assessore ha voluto in ogni caso ringraziare le forze dell’ordine per il costante impegno che garantiscono giornalmente nell’area sia in termini qualitativi che quantitativi. Pur con ciò nulla esclude che si possa procedere con l’impiego anche dell’Esercito.
Il capogruppo FdI Michele Nannarone ha espresso il suo plauso per l’odg perché consentirà, insieme al patto per Perugia Sicura, di migliorare la sicurezza della zona.
Si tratta, secondo Nannarone, di una soluzione coerente con quella già adottata nella prima fase, produttrice peraltro di buoni risultati. Il capogruppo ha spiegato, inoltre, che la richiesta di reimpiego dell’Esercito è stata avanzata ed ottenuta non soltanto dalle grandi città, ma anche da realtà più piccole, paragonabili a Perugia per dimensioni (es. Pisa, Monza e Ferrara); dunque a tutto diritto il capoluogo umbro ha diritto di battersi per ottenere questo risultato. La sicurezza – ha rimarcato – è da sempre baluardo dell’attuale maggioranza in Consiglio comunale: pertanto ogni iniziativa in tal senso va vista come un utile contributo per raggiungere un miglioramento della situazione vigente.
In apertura di intervento Emanuela Mori (IV) ha stigmatizzato l’assenza in Consiglio comunale dell’opposizione, ritenendola sbagliata visto che si discute di un tema fondamentale per la città su cui tutti dovrebbero convergere. Nel merito, da residente nel quartiere per oltre 20 anni e lei stessa vittima di violenza, la consigliera ha spiegato che per anni l’area è stato di fatto abbandonata dalle istituzioni, lasciando i cittadini da soli contro la malavita, lo spaccio e la tracotanza dei delinquenti tanto da doversi pagare la vigilanza privata. Nel ringraziare tutte le forze dell’ordine per la costante attività di contrasto alla criminalità che svolgono nell’area, Mori ha espresso parere positivo sulla richiesta di ritorno dell’esercito a Fontivegge. Una soluzione, però, che dovrà accompagnarsi ad altre azioni: tra di esse la trasformazione della polizia locale in polizia di prossimità, la creazione di sinergie tra istituzioni, forze dell’ordine, cittadini ed amministratori di condominio, ecc. Il tutto con l’obiettivo di migliorare la vivibilità del quartiere.
La consigliera Francesca Renda (TPPU) ha posto l’accento sull’importate attività di valorizzazione e riqualificazione di Fontivegge portata avanti dalle due giunte guidate dal sindaco Romizi: molteplici sono gli interventi completati (da ultima l’inaugurazione dello studentato all’Ottagono) ma tanti altri sono ancora in corso con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita. In tale percorso la presenza dell’esercito può rappresentare un ulteriore ed utile tassello.
Luca Valigi (Lega) ha parlato di progetto importante per tutelare la sicurezza dei nostri concittadini. Peraltro si tratta di una proposta in linea con l’impegno sul tema portato avanti da Lega e maggioranza per tutto il corso della consiliatura.
Per Gino Puletti (Progetto Perugia) la sicurezza è possibile agendo in varie direzioni. La prima riguarda le infrastrutture ed i progetti per la città su cui tanto l’Amministrazione comunale sta facendo. Altro tema decisivo è la partecipazione dei cittadini: ebbene quest’ultima può essere favorita anche grazie alla presenza nel quartiere delle forze dell’ordine e dell’esercito.
Paolo Befani (FdI) ha spiegato che la presenza dell’esercito non deve ingenerare alcun timore essendo, al contrario, foriera dall’aumento del senso di sicurezza.
La replica delle opposizioni
Le opposizioni replicano: se a Fontivegge si invoca il ritorno dell’Esercito vuol dire che la promessa del centrodestra di rendere sicura quella zona di Perugia è fallita.
Così i gruppi del Consiglio comunale di Perugia M5s, Partito Democratico e Idee Persone Perugia commentano quanto avvenuto in Consiglio nell’ultima seduta.
“Se le uniche parole sulle quali questa Amministrazione focalizza l’attenzione quando parla di Fontivegge sono “emergenza e contingenza”, vuol dire – esordiscono i consiglieri di opposizione – che in tanti anni non è stata in grado di risolvere i problemi del quartiere attraverso una politica che non sia unicamente l’intervento dell’Esercito”.
“Se c’è emergenza – continuano – è perché la situazione è sfuggita di mano o quello che si è fatto non è stato sufficiente a restituire un quartiere sicuro ai cittadini. È vero che la situazione in questi ultimi anni è modificata e le condizioni sono peggiorate, anche causa di recenti politiche nazionali che stanno favorendo emarginazione e fragilità. Ma, nonostante la problematica complessa, un’Amministrazione non può accontentarsi di essere soddisfatta perché in una zona critica della città ha semplicemente alzato il livello di controllo e del mero fatto che Fontivegge non è peggiorata rispetto a 10 anni fa, o che almeno si può camminare e mantenere un livello dignitoso di vita. Perché non è ciò che si riscontra nella realtà, non è quello che vive chi abita o lavora nel quartiere. Un malessere quotidiano, emerso anche dai racconti e dalle dichiarazioni dei cittadini presenti in Commissione”.
“Il rilancio di Fontivegge è stata una grande promessa del Sindaco Romizi nella sua campagna elettorale, ma se dopo 4 anni – incalzano – si deve presentare un Ordine del giorno per richiedere nuovamente l’intervento dell’Esercito per affrontare ancora un’emergenza nel quartiere, allora questa Giunta dovrebbe farsi un esame di coscienza e capire come mai la situazione a Fontivegge è peggiorata e come si è arrivati a questo punto. Dichiarare che si tratta solo di una riattivazione del servizio equivale a un’attestazione di fallimento, perché significa che la situazione è rimasta invariata”.
“Sicuramente il reimpiego dell’Esercito, approvato oggi in Consiglio, avrà la funzione di deterrente nei confronti della microcriminalità, ma non risolverà il problema e rischierà solo di spostarlo in un altro quartiere della città. Una decisione che equivale a condannare i cittadini al presidio dell’Esercito a vita, perché non ci sarà mai soluzione – rilevano – se non si portano avanti contestuali azioni e politiche alternative di lunga durata, che mirino all’inclusione, alla socializzazione e alla collaborazione, ad esempio, con Polizia locale e amministratori di condominio del quartiere”.
Quanto al nostro abbandono dell’aula consiliare ieri al momento della votazione dell’atto – affermano i consiglieri di opposizione – sottolineiamo come questo è avvenuto non per sottrarci al dialogo o per non affrontare un tema importante, quanto irrisolto quale quello della sicurezza della città, ma perché di fronte ad una ampia maggioranza su cui può contare la Giunta comunale, le poche presenze della stessa rappresentano la vera mancanza di rispetto per l’Aula. Viene da pensare che non tutti i gruppi di maggioranza condividevano la linea della Lega e del suo Assessore Merli. Pensare che di fronte a questo scenario, la minoranza si debba assumere la responsabilità di tenere il numero legale in aula – concludono i consiglieri – è assolutamente paradossale e irricevibile. Grave invece l’atteggiamento tenuto dalla presidenza, che anziché constatare l’assenza del numero legale e chiudere il Consiglio, ha fatto proseguire la discussione, richiamando addirittura il Sindaco, mai presente in aula negli ultimi 10 anni, solo per avere i numeri. Due pesi e due misure utilizzate dalla presidenza tra la maggioranza e la minoranza in aula. Davvero grave”.
(aggiornamento ore 16.00)