Sicurezza in Umbria: aumenta la corruzione, attenzione a reati di droga, furti e informatici - Tuttoggi.info

Sicurezza in Umbria: aumenta la corruzione, attenzione a reati di droga, furti e informatici

Flavia Pagliochini

Sicurezza in Umbria: aumenta la corruzione, attenzione a reati di droga, furti e informatici

Sab, 28/01/2023 - 14:04

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La relazione del procuratore generale di Perugia Sergio Sottani in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario

Il rischio di infiltrazioni mafiose è “il vero problema per l’Umbria“, il “più grande” per la sicurezza nella regione, ma ci sono anche droga, furti, corruzione e i reati informatici tra i reati da tenere d’occhio. Lo ha sottolineato il procuratore generale presso la Corte d’appello di Perugia Sergio Sottani durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario e facendo un quadro della situazione della criminalità sul territorio. Senza dimenticare la violenza di genere, e con un generale invito a concentrare l’attenzione sulle infiltrazioni. Nell’aula Goretti erano presenti numerose autorità, con la presidente della Regione Donatella Tesei, quello dell’Assemblea legislativa Marco Squarta, il sottosegretario all’Interno Emanuele Prisco, la presidente della Provincia di Perugia Stefania Proietti, i parlamentari Raffaele Nevi e Walter Verini.

La criminalità economica rappresenta il vero pericolo per la regione per tutti i suoi inevitabili corollari costituiti dai reati finanziari, societari, contro la pubblica amministrazione e di criminalità organizzata. La risposta repressiva penale – secondo Sottani – deve coincidere con una consapevole presa di coscienza del camaleontico pericolo mafioso, capace di mutare forma criminale a seconda del contesto sociale dove decide di operare. Il flusso di denaro pubblico, sia per la ricostruzione a seguito del sisma del 2016 sia per la ripresa dopo la pandemia, rappresenta un’occasione troppo ghiotta per chi, avendo a disposizione un’ingente quantità di capitali di illecita provenienza, può facilmente inserirsi, indirettamente con prestanomi o con l’acquisizione di quote societarie, in un mercato dove molti operatori soffrono e stentano a reggere la concorrenza. Va quindi prestata particolare attenzione investigativa ai reati cosiddetti ‘spia’, tipicamente sintomatici del pericolo di una presenza mafiosa, quali i reati di riciclaggio, fittizia e truffaldina cessione di crediti dello Stato, traffico illegale di rifiuti, reati tutti presenti nel nostro territorio. Per combattere il pericolo di infiltrazioni mafiose occorre agire ad ampio respiro sul versante della cultura giudiziaria, non solo quindi sulle forme di illegalità più strettamente connesse quali la corruzione, economica ed amministrativa, l’illecito affidamento degli appalti, la turbata libertà degli incanti, l’evasione fiscale, le bancarotte patrimoniali, il falso in bilancio, il traffico di rifiuti, ma anche su materie quali la tutela dell’ambiente e infortuni sul lavoro”.

Sottani ha tenuto a precisare che “Non ci sono consorterie locali e nemmeno provenienti da altre regioni. Però mi sembra ormai evidente come si sia radicata la presenza di soggetti collegati alle organizzazioni criminali, penso al riciclaggio ma non solo. Lo posso dire in base a quanto emerso dalle indagini delle Procure di Perugia e di altre città, alle condanne in altri distretti per soggetti che erano qui da noi e poi ci sono le interdittive prefettizie“. Il procuratore generale ha quindi ricordato che “settori trainanti dell’economia umbra” sono l’edilizia, il turistico-alberghiero e l’agroalimentare, che però sono i più esposti al rischio di infiltrazioni mafiose “anche per i contributi che stanno arrivando“, come quelli del Pnrr

Per quanto riguarda la criminalità, per Sottani “rimane fiorente quella legata al traffico di sostanze stupefacenti. Altri reati che preoccupano la sicurezza del territorio territorio, rappresentati essenzialmente da quelli contro il patrimonio con specifico riferimento ai furti in abitazione, hanno comportato indagini, con applicazione di misure cautelari a carico di esponenti, anche di nazionalità straniera, di associazioni criminali strutturalmente organizzate. Rimangono troppi gli omicidi colposi, in materia di infortuni sul lavoro e quelli stradali”.

Per quanto riguarda i reati di violenza di genere, sono stati promossi continui incontri formativi, volti allo scambio di buone prassi organizzative ed alla partecipazione a protocolli. Non è mancato un focus sugli stranieri: detto che “è innegabile come nel corso degli ultimi decenni una parte non marginale, anche se tutt’altro che preponderante, dei reati commessi nel territorio regionale, soprattutto quelli connessi al traffico di sostanze stupefacenti, contro il patrimonio e di sfruttamento della prostituzione siano stati commessi da soggetti stranieri, talvolta esclusivamente, in altri casi in concorso con soggetti italiani”, per Sottani non bisogna dimenticare “come spesso vi sia stata nella nostra regione un’efficace convivenza di popolazione proveniente dall’estero”, e anche per questo è necessario sviluppare “politiche di accoglienza. Il problema dell’integrazione si presenta non solo con gli adulti ma anche con riguardo ai minorenni figli di stranieri nati in Italia o giunti nel nostro Paese nei primi anni di vita. Per loro, cittadini italiani a pieno titolo, il percorso educativo non sempre riesce a realizzare un’integrazione effettiva per motivi ampiamente studiati dagli esperti del settore. Se a ciò si aggiunge il contesto di crisi degli adolescenti che colpisce l’Italia e di cui l’Umbria è tutt’altro che esente, si può affermare come il preoccupante aumento di reati dei minorenni sia il sintomo di un disagio ben più grave a cui la risposta penale non può che rappresentare un pallido palliativo”.

Oltre che sulla sicurezza, un focus è stato fatto anche su processi e rintraccio dei condannati: per Sottani, “sono stati consegnati alla giustizia sei soggetti che avevano riportato condanne per un totale di 12 anni e 3 mesi di reclusione, i quali sconteranno pene alternative al carcere; inoltre, sono stati condotti in carcere sette soggetti che avevano riportato condanne per un totale di 66 anni e 9 mesi di reclusione”. Per quanto riguarda invece l’informazione su procedimenti penali, “nel marzo scorso si è istituito, in via sperimentale, un Osservatorio con il compito di monitorare la comunicazione avente ad oggetto informazioni su procedimenti penali. Tra gli incontri promossi dalla Procura Generale merita una menzione speciale quello coi magistrati della Procura Europea nel settembre 2021. Sono stati inoltre effettuati scambi formativi con magistrati albanesi e messicani”.

Per quanto riguarda le statistiche giudiziarie, la Procura Generale “ha introdotto da un anno una metodologia di acquisizione diretta, dalle Procure del distretto, dei flussi numerici di affari, distinti per tipologie di reati. In alcuni casi, le variazioni percentuali, talvolta eclatanti, vanno valutate sempre con estrema cautela, in quanto anche modesti incrementi numerici dei procedimenti determinano elevate variazioni percentuali (es. da 1 a 4 comporta un aumento del 400%)”. Sui processi, “La Procura effettua un costante monitoraggio degli esiti delle udienze, con particolare attenzione alla percentuale di definizione delle stesse, al numero di rinvii del dibattimento, oltre che all’esito della pronuncia. Sul fronte delle carceri, infine, “Il fenomeno del sovraffollamento si registra negli istituti di Perugia e, soprattutto, Terni”, ed è necessaria “l’istituzione in Umbria della REMS (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza), più volte sollecitata all’autorità regionale dal Procuratore Generale.”

Sotto il profilo organizzativo, è stata stipulata una convenzione con l’università di Perugia, grazie alla quale si sono proseguiti i tirocini presso la Procura Generale ed è stato realizzato anche il bilancio di responsabilità sociale, pubblicamente presentato col patrocinio del ministero della Giustizia il 21 novembre scorso. Ci si è inoltre fattivamente impegnati nel sollecitare il ministero della Giustizia per il completamento dell’organico del personale amministrativo, con particolare attenzione per l’ufficio requirente di Spoleto. Allo stato, la situazione risulta decisamente migliorata rispetto all’anno scorso, anche se gli uffici requirenti non hanno beneficiato delle unità assegnate all’Ufficio del processo dal PNRR,

Con la Corte d’Appello è stata realizzata una convenzione che, caso unico a livello nazionale, ha utilizzato congiuntamente due unità dell’Ufficio del processo per la creazione, nel giugno 2022, della banca dati e per lo sviluppo del notiziario mensile, introdotto dalla Procura Generale, entrambi finalizzati alla pubblica conoscenza della giurisprudenza del distretto. La Procura Generale ha completamente reingegnerizzato il sito Internet per renderlo facilmente fruibile dalla collettività. Inoltre, con personale messo a disposizione dalle locali forze di polizia, nel marzo scorso si è costituito l’Ufficio del Processo del Procuratore Generale (UPPG), che ha eseguito accertamenti su 140 richieste, indirizzate al Tribunale di Sorveglianza, al cui esito ha rilevato in numerosi casi una divergenza tra quanto dichiarato nelle istanze, ai fini dell’ottenimento del beneficio, e quanto verificato con l’interrogazione delle banche dati e con l’attività sul territorio. Sul fronte della sicurezza ambientale l’UPPG ha anche verificato lo stato delle demolizioni ordinate giudizialmente e monitorato la giurisprudenza distrettuale, da cui emerge il dato allarmante che circa il 35% delle pronunce in primo grado dichiarano la prescrizione del reato.

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